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Roma da piccolo triplete, ma la coperta è corta

Spalletti e "l'ossessione vittoria". Ma con sette gare in 21 giorni a qualcosa deve rinunciare

Roma da piccolo triplete, ma la coperta è corta

Lui sostiene di esserne «ossessionato», la parola vittoria nelle ultime settimane ricorre nei discorsi di Luciano Spalletti come un tormentone. E non potrebbe essere altrimenti, perché da quando è tornato alla Roma neppure 30 successi in 42 partite di campionato e 96 punti complessivi (media 2,28) gli sono bastati per sentire odore di scudetto. Battere la Juve sembra impossibile, e allora se vuole davvero regalare ai romanisti la gioia di alzare al cielo un trofeo - evento che non ricapita dal 24 maggio 2008 - dovrà cercare di non snobbare le coppe.

Considerando l'Europa League, che ricomincia la settimana prossima, e il derby di coppa Italia con la Lazio i giallorossi sono attesi da un autentico tour de force: tra il 12 febbraio e il 5 marzo giocheranno ben sette partite in 21 giorni e per Spalletti sarà inevitabile ricorrere al turnover. Il punto è capire dove deciderà di tirare una «coperta» che probabilmente è troppo corta per tre competizioni. Sceglierà di mollare qualcosa in campionato o la paura di farsi soffiare dal Napoli il secondo posto e la relativa sicurezza di incassare i milioni della Champions, come accadde un anno fa, sarà più forte della voglia di vincere?

Di sicuro c'è un fatto, e cioè che la Roma delle riserve non vale quanto quella dei titolari. In questo senso la partita col Cesena è stata un chiaro campanello d'allarme: far giocare Alisson al posto di Szczesny, Juan Jesus al posto di Fazio o il quarantenne Totti al posto di un Dzeko in lotta per la Scarpa d'Oro non è la stessa cosa. Nel quarto di coppa Italia la partita è tornata sui binari giusti quando sono entrati in campo il bosniaco e Nainggolan, altrimenti forse non sarebbe bastato neppure il «rigorino» concesso da Maresca.

La buona notizia è che finalmente torna a disposizione Salah, freccia indispensabile di un attacco in cui El Shaarawy non ha saputo sfruttare le sue occasioni. Ma l'egiziano dovrà fare i conti con una novità: quando è partito per la coppa d'Africa la Roma giocava ancora col tridente, mentre adesso sembra aver trovato un ottimo equilibrio con la coppia Strootman-De Rossi in mezzo al campo e Nainggolan sulla linea dei trequartisti.

In questo senso il turnover potrebbe rivelarsi addirittura un vantaggio, in attesa che Spalletti decida che strada prendere tra ragion di stato e ossessione per la vittoria.

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