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La Roma travolge il Chievo

Una festa più che una partita di calcio. Roma-Chievo, ultima gara casalinga dei giallorossi, indossa l’abito buono per la passerella di fine stagione. Con la Champions ormai nel cassetto - da vedere se dalla porta principale o meno - gli ingredienti oggi all’Olimpico c’erano tutti, con la Curva Sud, o comunque buona parte di essa, che dopo un intero campionato in esilio è ’tornata a casà e con 55mila innamorati a salutare Francesco Totti

La Roma travolge il Chievo

Una festa più che una partita di calcio. Roma-Chievo, ultima gara casalinga dei giallorossi, indossa l’abito buono per la passerella di fine stagione. Con la Champions ormai nel cassetto - da vedere se dalla porta principale o meno - gli ingredienti oggi all’Olimpico c’erano tutti, con la Curva Sud, o comunque buona parte di essa, che dopo un intero campionato in esilio è ’tornata a casà e con 55mila innamorati a salutare Francesco Totti. Per l’ultima stagionale l’Olimpico (finisce 3-0 per la Roma) torna a riempirsi (e incassare: quasi 2 milioni) come non accadeva da mesi e per una volta la cronaca degli spalti ’rubà la scena al pallone. Sparring partner il Chievo di Rolando Maran che quest’anno è arrivato addirittura ad annusare l’Europa e che all’andata aveva fatto inciampare la truppa di Rudi Garcia, ma quella era un’altra Roma. Sarà anche perchè Francesco Totti festeggia la gara n.600 in Serie A (davanti solo Maldini e Zanetti) o perchè c’è ancora il secondo posto da conquistare, fatto sta che lo stadio è tornato a riempirsi come ai vecchi tempi. Il timore di non riuscire più a vedere il Capitano sul prato dell’Olimpico e con la maglia della Roma è stato certamente un bel richiamo, spingendo migliaia di tifosi (anche se non lo zoccolo duro della Sud) a dimenticare per una domenica le diatribe col Prefetto. In campo la cronaca racconta di una partita vivace, con le due squadre per Dna alla ricerca del bel gioco. Maran è imbattuto nei confronti con i giallorossi ma per l’ultima trasferta stagionale deve fare i conti con la sfortuna che prima gli porta via Birsa, Pepe e Izco e poi (dopo nemmeno 30’ di gioco) Gobbi e Radovanovic per infortunio. Per i padroni di casa, tutto confermato (capitano e Dzeko in panchina), con De Rossi preferito a Strootman (forse anche in chiave nazionale). La Roma sa di giocarsi gran parte del futuro (la Champions diretta quest’anno ha fatto entrare 77 mln) e parte forte, con un Nainggolan sempre più leader e goleador: è sua la rete (la 6/a con Spalletti) che al 18’ sblocca in risultato, prima del raddoppio di Rudiger 39’ su un traversone ’telecomandatò di Pjanic. Il 4-3-1-2 clivense che ha messo in difficoltà più di una big nel corso del campionato stavolta non regge la forza d’urto del centrocampo giallorosso, fatto di piedi buoni e polmoni: Pjanic e Perotti saltano sistematicamente il rombo di Maran e offrono agli esterni palloni ghiottissimi. La ripresa inizia come tutti si aspettavano: con l’ingresso al 13’ di Totti (per Salah) che taglia così le 600 presenze in campionato.

Quanto basta per accendere l’Olimpico - indifferente al palo di Mpoku due minuti prima e a un colpo di testa a fil di palo di Floro Flores - che poi tributa applausi a go-go a un altro beniamino sfortunato: Strootman. Il clima di festa e anche il caldo se rendono più timidi i giallorossi, hanno il merito di ringalluzzire i clivensi che si rendono pericolosi ancora con Floro Flores e soprattutto Pellissier che brucia Rudiger ma non Szczesny, prontissimo L’ultima sorpresa la regala Spalletti che anzichè gettare nella mischia Dzeko, gli preferisce Emerson, con Florenzi spostato in avanti. Per i titoli di coda spazio ancora una volta a Totti che con una ’perlà che libera Pjanic per il gol del bosniaco, migliore in campo.

Si chiude con l’inno, la passerella in campo dei giocatori, con tanto di figli al seguito, e la speranza romanista che stasera il Torino possa fare un regalo Champions.

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