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Una Roma travolgente dà una manita allo Spartak

Gran debutto all'Olimpico per i giallorossi di Garcia: doppietta di Gervinho. A segno anche Maicon e Iturbe che poi s'infortuna

Una Roma travolgente dà una manita allo Spartak

Roma - L'onda giallorossa si abbatte sulla Champions league e sui campioni di Russia del Cska, che escono dal simbolico ring dell'Olimpico come un pugile suonato. Oltre tre anni e mezzo di attesa (l'ultima apparizione lo 0-3 a Donetsk l'8 marzo 2011, in panchina c'era Montella) per ritrovare il palcoscenico più importante, ma ben ripagati visto l'impatto dirompente che la squadra di Garcia mostra nell'esordio. Che alla luce della vittoria del Bayern Monaco sul Manchester City, proietta la truppa di Garcia al vertice del girone di ferro (migliore differenza gol), in attesa della trasferta inglese tra 12 giorni.

In uno stadio non pienissimo – colpa del caro biglietti – ma caldo, va in scena la partita perfetta o quasi, nella quale la Roma si diverte (come voleva Garcia) e diverte: ritmo, verticalizzazioni, ripartenze immediate sempre con il piede sull'acceleratore. Avere poi interpreti come Iturbe – suo il gol che rompe il ghiaccio – e Gervinho (due gol e un assist, un bilancio già migliore dell'Arsenal dove segnò lo stesso numero di reti in 11 partite) rende il compito più semplice.

A rendere la serata amara, l'infortunio dell'argentino ex Verona (in rete all'esordio assoluto nella Coppa dalle grandi orecchie), il colpo dell'ultimo mercato estivo più oneroso del presidente Pallotta. Il crack che lo toglie dalla contesa dopo 25 minuti giocati a mille all'ora lascia qualche preoccupazione in casa giallorossa. Oggi gli esami medici per capire l'entità del problema muscolare alla coscia destra.

In tribuna ci sono due ct (Ranieri e Capello) che hanno vissuto in passato la Champions da allenatori della Roma, ma che mai erano riusciti a ottenere un risultato così rotondo. Il 5-1 eguaglia infatti come differenza gol il record della squadra giallorossa (il poker inflitto sempre in casa allo Shakhtar il 12 settembre 2006, il tecnico era Spalletti). Come dimostra il risultato, il verdetto dell'Olimpico non è mai in discussione. Garcia lo aveva detto alla vigilia: sarà una partita ben diversa da quella del 2011 quando il suo Lille debuttò sempre contro i moscoviti e la vittoria sfumò al 90' per merito di Doumbia. L'ivoriano ha l'unica occasione nel primo tempo, che spreca scivolando davanti a De Sanctis. Per il resto, è un monologo giallorosso. In mezz'ora la Roma cala il poker (Iturbe, la doppietta di Gervinho, Maicon con l'aiuto del goffo Akinfeev), che diventerà pokerissimo a inizio ripresa con l'autorete di Ignashevich. Inutile il gol finale di Musa che però rompe l'imbattibilità stagionale di De Sanctis, con la Roma che rimane in dieci per l'infortunio di Astori (distorsione al ginocchio).

Fuori dallo stadio, sull'ormai tristemente celebre Ponte Duca d'Aosta, luogo di agguati in altre occasioni, tafferugli tra tifosi di opposte fazioni: hanno la peggio due supporter russi, uno accoltellato all'addome e a un braccio, l'altro ferito alla testa. Nessuno dei due è grave, il rapporto del delegato Uefa arriverà nelle prossime ore sui tavoli di Nyon: bisognerà considerare il perché le forze dell'ordine sono state poi costrette a intervenire nel settore russo interno allo stadio.

L'amara considerazione è che, ancora una volta, l'Olimpico resta ostaggio di pseudo tifosi lontani dal calcio.

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