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Il romanista Keita: "Nel 2012 ero a un passo dal Milan, mi chiamò Ibra"

Il centrocampista giallorosso: "Totti? A 38 anni non basta avere la testa, bisogna essere professionisti incredibili. Garcia? Ha le qualità giuste per essere al livello di Guardiola"

Il romanista Keita: "Nel 2012 ero a un passo dal Milan, mi chiamò Ibra"

«Al Milan mi aveva chiamato Ibrahimovic, abbiamo giocato insieme a Barcellona. Voleva che andassi a giocare con lui in rossonero. Potrei provare a chiamare Zlatan adesso, ma lui è fondamentale per la sua squadra. Chiederò a lui se vuole venire qui e a Sabatini se ha i soldi per prenderlo...». In una intervista esclusiva a «I signori del calcio», su Sky Sport Hd, Seydou Keita rivela di come fosse stato vicino a vestire la maglia del Diavolo e come sia ora più che felice di essere diventato un punto di riferimento per il centrocampo della Roma.
«Nel 2012 ero molto vicino a firmare con il Milan. Sono stato a un passo anche da loro. Molto vicino - ammette il maliano - Qui a Roma ho trovato un ottimo gruppo, ho notato diversi dettagli che lo rendono diverso, non direi migliore, ma differente rispetto a quelli delle altre squadre in cui ho giocato. C'è davvero una bella atmosfera, ma poi in fin dei conti il calcio è sempre uguale, bisogna lottare per vincere e raggiungere i risultati, che determinano la serenità del gruppo». Con mister Garcia il rapporto si sta cementando: «È un allenatore molto intelligente e diretto con i giocatori, quando c'è un problema non esita a parlarne subito con noi. È molto interessato anche ai nostri sentimenti e alle nostre opinioni, non si pone come un capo che impartisce ordini, e questo è molto importante. Credo sia positivo interagire con i giocatori che hanno più esperienza, parlare con loro per conoscerne le sensazioni». «Sia io che tutti i miei compagni - prosegue - vogliamo giocare bene a calcio e questo è anche l'obiettivo di Garcia. Ho giocato in tante squadre, è difficile paragonarlo con gli altri allenatori che ho avuto. Sicuramente ha le qualità giuste per essere allo stesso livello di Guardiola, Juande Ramos, che mi ha allenato al Siviglia, o Pizzi, con cui ho lavorato al Valencia. Garcia è molto bravo e, soprattutto, e un allenatore davvero intelligente».
Lodi sincere verso Francesco Totti: «Per essere come lui, a 38 anni, non basta avere la testa, bisogna essere professionisti seri. Tutti conoscono le sue qualità, non devo commentarle io, ma quello che mi colpisce di Francesco è il suo stato di forma. Che richiede tanta serietà. Io ho 34 anni e non sono sicuro di voler giocare fino a 38, soprattutto a questo livello. Per me lui è davvero incredibile». Keita si sofferma anche sulla sua posizione contrattuale: «Ho firmato per un anno e per me è sufficiente. Alla mia età non voglio firmare per molti anni e poi magari costringere il club a tenermi se le cose non vanno bene. Ho vinto tanto e ho guadagnato molto in carriera, ora voglio solo divertirmi.

Per me in questo momento, più che il contratto, conta il fatto di giocare ancora ad alti livelli, continuando ad essere apprezzato dai tifosi».

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