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Ronaldo, un portoghese che paga

Ronaldo, un portoghese che paga

di Tony Damascelli

N ell'estate del Sessantasei, il Portogallo si ritrovò sotto di tre gol a zero contro la Corea che aveva già fatto fuori l'Italia in quel disastroso mondiale. Il popolo del Goodison Park di Liverpool pensò al nuovo miracolo ma non aveva fatto i conti, assieme ai coreani, con un ragazzo che veniva dal Mozambico. Si chiamava Eusebio da Silva Ferreira, aveva ventiquattro anni, prese il pallone e segnò quattro gol, furono la sua gloria e quella del Portogallo.

Ogni movimento, ogni gol di Cristiano Ronaldo fa ripensare a Eusebio, l'altro grande fenomeno del calcio portoghese. E' il fado, è il destino. Il tempo non è passato inutilmente, l'ultima terra prima dell'oceano sta al centro dell'Europa con la medaglia di campione conquistata due anni fa ma vuole stare in cima al mondo con il suo campione che onora cronaca, storia e conto corrente. Cristiano Ronaldo è l'uomo della differenza, tre gol in una volta sola non ai coreani ma agli spagnoli, sono stati l'ultimo party mondiale. Che altro dire, scrivere, pensare di questo atleta che a trentatré anni ha il fisico e la testa di un ventiquattrenne, l'età stessa di Eusebio in quel pomeriggio inglese del Sessantasei? Fulmineo, veloce di gamba, rapido di intuizione, ha l'eleganza dell'acrobata e la perfidia del killer, prepara il tiro come uno sniper che mette a fuoco l'obiettivo e si appresta a premere il grilletto.

Qualunque partita è la sua partita, qualunque giocata è la sua giocata, Sporting, Manchester, Real Madrid, nazionale portoghese, quello che tocca diventa oro, come il Pallone che si porta a casa ad ogni fine anno, insieme ad altri cento trofei, targhe, coppe, riconoscimenti. CR7 non è stata soltanto una idea geniale, una sigla per riassumere il nome e il cognome, è la firma, è la storia che, puntualmente, si ripete dovunque Cristiano si appalesi, può essere una partita di subbuteo, di calciobalilla, di beach soccer, il preliminare o la finale di champions, basta un pallone e la fantasia, sua e di chi ama questo gioco pazzo e bellissimo, vola verso l'impossibile. Cristiano ha chiesto a Florentino Perez di aumentargli il salario, vuole gli stessi soldi che coprono personaggi a lui inferiori, Neymar, Mbappé, lo stesso Messi. Non è il caso di pensarci troppo, presidente.

Faccia due conti, questo è un portoghese che paga.

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