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Rosolino, i 40 anni dell'uomo-medaglia «E adesso vinco anche nel triathlon»

Sergio Arcobelli

Una vita sempre al Max. Dopo aver vinto tutto in piscina, Massimiliano Rosolino non si sente appagato. Anzi, a quarant'anni, che compie oggi, si è tuffato su un nuovo sport: il triathlon. Eclettico come i suoi «misti», la specialità che a Sydney gli ha regalato l'oro olimpico, Max oltre all'immancabile sorriso conserva la chioma dorata e il fisico di un tempo. E dopo aver presentato la nuova collezione Sportswear di Arena racconta al Giornale il suo amore per la disciplina che mette insieme nuoto, bicicletta e corsa.

Rosolino, lei non si ferma mai. Adesso fa triathlon?

«Quando si dice cambiare vita a 40 anni (ride, ndr). La routine del triatleta mi piace. In settimana corro e vado a nuotare. Nel weekend, quando posso, vado in bici. È uno dei regali più belli che mi sono fatto a 40 anni».

Farà qualche gara?

«Ho già fatto qualche gara sprint tra maggio e giugno, e mi piacerebbe, in futuro, fare un test sulla distanza olimpica».

Lei vive a Roma, a 30 chilometri da Ostia. Ha mai pensato di fare un salto da Paltrinieri e Detti?

«Sì, assolutamente. Stare in acqua con loro potrebbe essere, diciamo così, molto allenante».

Come Paltrinieri, anche lei ha scelto di volare in Australia.

«Greg ha fatto bene a provare questa esperienza. Per me, se uno non fa una cosa non sa la risposta. E soprattutto quando fai una cosa apprezzi quello che hai. Io sono stato in Australia e penso sia molto avanti per metodologie e strutture».

Eppure c'è chi lo ha criticato perché al ritorno ha perso da Romanchuk nei 1500 agli Europei in vasca corta.

«È sbagliato pensare che se non è andato forte da subito, l'Australia non gli sia servita a niente. Conoscendolo sono sicuro che non è andato lì a fare una vacanza ma a farsi un mazzo così con campioni come Mack Horton. Per me ne uscirà fortificato».

Lei, invece, ha qualche rimpianto nella sua meravigliosa carriera da nuotatore?

«No, no assolutamente. Non ho mai avuto rimorsi o sensi di colpa. Quando fai qualcosa è perché ci credi, non per incoscienza. E se hai fatto e sbagliato vuol dire che ci hai provato».

Nel frattempo, nessuno riesce a battere il suo primato di 60 medaglie al collo.

«Certo 60 medaglie sono tanta roba... Ne vado orgoglioso, forse nessuno più di me si è divertito a fare il suo lavoro. E io, a 40 anni, ancora adesso amo nuotare».

Un tuffo nella felicità.

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