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La Rossa sexy e operaia nata solo per soffrire. "Vincere? No, risorgere"

Arrivabene: "Per il titolo se ne parla nel 2017 Ci hanno messo troppissimo i piedi in testa"

La Rossa sexy e operaia nata solo per soffrire. "Vincere? No, risorgere"

Macché automobilismo, questo è autismo. La Formula uno è uno sport scollegato dal mondo, da ciò che chiedono i tifosi, da ciò che vorrebbero vedere, sentire, capire. La presentazione online della Ferrari SF15T ne diventa il manifesto. Non perché a Maranello facciano peggio di altri, ma perché fanno come gli altri. Però la Rossa ha sulle spalle il fardello di rappresentare questo sport. Anche da perdente. Dopo i manichini Force India, i rendering Williams, dopo l'assurdo harakiri mediatico della McLaren capace il giorno prima di mostrare solo via web il colosso Honda di nuovo in F1 e quel brontolone di Alonso di nuovo in McLaren, dopo persino la Mercedes campione del mondo a zonzo furtivamente per una manciata di giri a Silverstone, ecco Maranello con le interviste precotte a piloti e capi. Comprensive di uno scarno botta e risposta epistolare via web con James Allison dt e papà della macchina e Mattia Binotto papà del motore. Se non altro, nel grigiore di ieri, oltre al marchio Alfa Romeo sulla monoposto è svettato per schiettezza il team principal Arrivabene che nel bla bla precotto e nonostante un inquietante «la nuova Ferrari è sexy» ha detto basta «gruppi e gruppetti, qui si lavora in un'unica direzione», chiaro riferimento all'Alonso-Raikkonen che fu e chiaro avvertimento al Vettel-Raikkonen che sarà. E ancora: «Avanti a testa bassa, c'è un team da ricostruire, in passato, politicamente, ci hanno messo troppissimo i piedi in testa, torneremo a farci sentire... Cosa curo di più rispetto alla precedente gestione? La convinzione che non siamo un branco di geni o scemi, va ricreato uno spirito di squadra...» e Alonso è sistemato. Quanto al futuro della F1, «serve una rivoluzione per ritornare tra la gente, serve far appassionare le persone...». Et voilà, ecco la presentazione online.

Battute a parte, sentiti i buoni propositi di Arrivabene c'è da sperare in un ravvedimento prossimo venturo. Chessò, magari con una presentazione 2016 in piazza, a Modena, e poi anno dopo anno in una città diversa d'Italia. Così si acchiappano i giovani, si fanno le rivoluzioni, altro che tweet e web e bla bla precotti.

Detto di questo, ecco la macchina che come da copione in ogni presentazione online non si capisce una cippa. Il muso è più basso e lungo e meno mostruoso del 2014 ma per modifiche regolamentari, mica perché hanno scoperto la luna. Le pance restano larghe e questo non fa pensare bene in quanto ad aerodinamica e ingombri, e poi la sospensione anteriore resta la complicata - da gestire ai box - pull rod, quella che nessuno usa in F1 e, diamine, ci sarà un motivo. Sul tema, due le correnti di pensiero. La prima ottimistica: a Maranello hanno finalmente trovato il modo per valorizzare questa soluzione fortissimamente voluta dal trombatissimo ex capo aerodinamico Tombazis. La seconda pessimistica: non c'era tempo di riprogettare pure questa. Si vedrà.

Intanto rincuorano e fanno ben sperare alcune frasi del capo motorista Mattia Binotto. Tipo quando a chi gli chiede via web dei progressi, spiega di ritenere difficile essere «a livello di Mercedes già dall'Australia» perché il loro vantaggio «era tanto ed inoltre durante la stagione hanno concentrato tutti gli sforzi sul 2015». O quando precisa che «le prestazioni del nostro PowerUnit stanno continuamente migliorando... L'obbiettivo è raggiungere la Mercedes entro fine 2015». Raggiungerla? Ma c'è un secondo e mezzo? Delle due l'una: o gli è sfuggito l'acceleratore sull'onda dell'entusiasmo o la Ferrari ha un coniglio nel cilindro e che sia la volta buona. Il coniglio farebbe pendant con quanto detto da Arrivabene a Natale e ribadito ieri: «Vogliamo vincere 2 gare» e tornare a lottare per il titolo «nel 2016, più probabile nel 2017...». Gettoni permettendo. L'autistica F1 li chiama così. Sono le 32 possibilità di intervento tecnico sulle monoposto nel corso della stagione. La F1 che vuole far breccia fra i giovani ha deciso così. Quando a Binotto chiedono quanti ne ha usati, ribatte «è confidenziale, ne abbiamo risparmiati... però molti sono stati usati nell'area combustione, turbo e recupero energia...». Capito? Gettoni. Come quelli della Sip.

Non li usa più nessuno, ma nella giovane F1 restano di moda.

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