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La rovesciata di Ronaldo tra Van Basten e Magritte

Un tocco d'artista nella galleria degli eterni: da Pelè a Maradona a Gigi Riva

La rovesciata di Ronaldo tra Van Basten e Magritte

Antipatico e sublime. Cristiano Ronaldo, troppo ricco, troppo bello, troppo bravo, ci ha fatto vedere che anche in un gol può esserci un firmamento, basta sapercelo vedere. A Torino se ne sono accorti e gli stessi che fischiavano questo portoghese esagerato da sostiene Pereira, tutti si sono alzati in piedi per dare a quella rovesciata quello che Leonardo da Vinci pensava dell'essere umano: il corpo è sottoposto al cielo, e il cielo è sottoposto allo spirito.

Brividi in una partita di calcio, momenti magici dello sport, l'unico spettacolo dove il finale è sempre a sorpresa se ti lasci confondere dagli imbonitori. Succede meno nelle discipline dove metro e cronometro dicono crudeli verità, ma fra la rovesciata magica e il tormento di una sconfitta meritata metteteci le due settimane che hanno preceduto Juventus-Real Madrid. Ricordatevi cosa dicevano di Allegri panchina d'oro e della squadra che dovrebbe vincere il settimo scudetto consecutivo e poi paragonatelo con quello che si è detto dopo aver visto gli espada di Zidane prendere per le orecchie i migliori d'Italia. Poi arriva il Real e in tre minuti sistema tutto.

Ronaldo non dipinge, fa come Magritte, utilizza la palla per fare i suoi quadri, quasi per caso. Come faceva Pelè, come è capitato a Maradona e a Messi. La rovesciata di CR7 per rovesciare la padella dell'aria fritta anche se adesso i sanpietrini della critica arrivano in faccia ad Allegri che è sempre panchina d'oro, che è sempre alla guida della squadra in un campionato che, forse, non è bello come vorremmo far credere.

Magia sul prato bagnato, un gol che ci ha dato lo stesso brivido della magia di Marco Van Basten nell'europeo in terra tedesca contro i russi. Non li dimentichi più, pensi a questo gesto come lo slalom del grande Diego fra gli impotenti difensori inglesi, un po' come faceva nel rugby Jona Lomu travolgendo la difesa britannica nel mondiale che poi vinse il Sudafrica contro la Nuova Zelanda che sembrava imbattibile.

Forse capiterà di perdere anche al Real in questa Champions, perché i peccati della Juventus non li commetteranno le squadre che andranno avanti nel torneo più bello del calcio, ma intanto ci godiamo Ronaldo, così come quel giorno Van Basten che, in tempi più fortunati per il calcio italiano in cui c'era ricchezza, ma anche alta scuola, venne poi a dipingere sui nostri campi con la maglia del Milan.

Cogli l'attimo. Se lo fanno i campioni non te lo dimentichi più, anche se hai perso la partita. Lo deve aver pensato l'immenso Buffon, preso a pallate, quando se ne è andato dal campo prendendo per mano il portoghese che, come ha detto Zidane, lo ha graziato almeno un paio di volte. Orgoglio per chi aveva fatto la prodezza, tristezza per chi non avrà un' altra occasione. La pensava così anche il portiere dei russi mentre la gente accarezzava Marco Van Basten, gli argentini Maradona sui campi messicani e i brasiliani l'immenso Pelè che gli svedesi non riuscivano più a prendere nella finale mondiale dove pensavano che la tattica avrebbe lasciato tristi a bordo campo gli uomini del dottor Feola.

Lo avranno pensato tutti quelli che non credevano al Cagliari di Scopigno dove le rovesciate magiche le faceva Gigi Riva.

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