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Rugby, l'Italia beffata in casa La Scozia passa all'ultimo respiro

Nel derby per evitare il cucchiaio di legno sconfitta 21-20 all'Olimpico. Dopo un ottimo primo tempo chiuso in vantaggio 13-3 gli azzurri smettono di giocare e gli avversari risalgono e passano in vantaggio

Rugby, l'Italia beffata in casa La Scozia passa all'ultimo respiro

L'urlo strozzato in gola. All'Olimpico arriva la beffa clamorosa della Scozia. La maledizione si manifesta all'ultimo secondo con il drop dell'apertura del Cardo Weir. Calcio di rimbalzo da 30 metri che si infila docile in mezzo alle acca e regala il successo di un punto soltanto (21-20) agli scozzesi. È il fantasma di O'Gara che con la stessa magia regalò il successo all'Irlanda al Flaminio nel febbraio 2011. Adesso il peso del cucchiaio di legno è tutto sulle spalle dell'Italia che dovrà provare a evitarlo negli ultimi due match contro l'Irlanda a Dublino e l'Inghilterra ancora a Roma. Gli azzurri, però, oltre ad applaudire Weir per la pedata fenomenale devono prendersela solo con se stessi. Dopo un primo tempo discreto ma non esaltante la Nazionale di Brunel va al riposo sul 13-3. Basterebbe ripetere il compitino anche nella ripresa. Ma gli azzurri si scordano intensità, grinta e applicazione difensiva negli spogliatoi. Il timido risveglio alla mezzora non basta e la Scozia porta a casa meritatamente il match.
Il peso di dover vincere per forza schiaccia le squadre in avvio. Pasticci nei tradizionali punti di forza. L'Italia non vince una touche, la Scozia non tiene in mano l'ovale. Nella sagra degli orrori gli azzurri passano in vantaggio con un piazzato di Allan al 13'. Dieci minuti dopo Laidlaw pareggia dalla piazzola. Poi l'Italia cresce, aggiusta la rimessa laterale, vince le mischie ordinate, alza il baricentro, macina gioco e fiducia. Ancora dal piede dell'apertura Allan, strappato proprio alla Scozia dalla federazione italiana con un pressing fenomenale, arrivano altri tre punti e un errore. E proprio prima del riposo la meta che fa scattare in piedi l'Olimpico. Capitan Parisse (al record di 104 cap come Castrogiovanni) parte con l'ovale dai una mischia ai 5 metri scozzesi e spezza la difesa. Dal punto d'incontro crea Furno, il migliore azzurro della sfida, e pesca Allan per la segnatura pesante. Con la trasformazione si va al riposo su un comodo 13-3.
Ma l'intervallo è deleterio. Gli azzurri spengono il cervello, cala la tensione e la Scozia diventa padrona del campo. Al 5' ancora Laidlaw infila tre punti su piazzato (13-6). Gli scozzesi provano anche a rimettere in carreggiata l'Italia sciupando un calcio di punizione nei 22 metri tricolori con una giocata veloce che porta a un «in avanti». Ma al 13' arriva la meta. L'Italia sbaglia la liberazione, Gori si fa catturare al limite dei 22 e sul ribaltamento di fronte il Cardo va in meta con Dunbar. Il tabellone dice 13-11. Dagli azzurri nessun segno di risveglio. La partita diventa, se possibile, ancora più brutta. E al 28', sull'ennesimo calo di tensione in difesa, la Scozia passa a condurre. Cusiter inventa da mischia ordinata, Hogg scorrazza nelle praterie della retroguardia italiana e serve Dunbar, che raddoppia. Stavolta c'è anche la trasformazione e la Scozia si issa sul 18-13, primo vantaggio dell'incontro. Basta un pizzico d'orgoglio per tirarsi fuori dalle secche. Sarto sfonda al centro, rompe quattro placcaggi e porta i suoi nei 22 avversari. Tre fasi, difesa spostata a tergicristallo e Parisse pesca Furno che schiaccia in meta. Orquera trasforma e l'Italia respira (20-18). Negli ultimi 9' gli azzurri provano a tenere e sembrano farcela. Fino al capolavoro di Weir: gelata sul pomeriggio di primavera che baciava Roma. Ora viene il difficile: orgoglio, gioco e attenzione per evitare il cucchiaio di legno.

Azzurri, a voi Irlanda e Inghilterra.

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