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Sagan dopo Cavendish prima maglia gialla per il campione del mondo

Pier Augusto Stagi

Alla fine sul Col de la Glacerie Peter Sagan sembra un bimbo al quale inaspettatamente regalano un gelato. È felice e al tempo stesso incredulo. Teme, dopo aver pensato che davanti fossero rimasti corridori in avanscoperta, di essere preso per i fondelli. «No Peter, hai vinto tu», gli ripetono più volte per convincerlo. E lui, con quel volto stranito da Forrest Gump, finalmente se ne convince: «È incredibile, ho vinto. Non sapevo di essere primo, pensavo che ci fossero ancora un paio di corridori davanti», dice.

Non solo è primo, ma è anche maglia gialla per la prima volta in carriera, lo slovacco. Era dal 2011, con Thor Hushovd, che un campione del mondo non riusciva a indossare il simbolo del primato in Francia. Da Cavendish a Sagan: è il Tour delle prime volte. Il campione del mondo conquista la seconda tappa, Saint Lo-Cherbourg di 183 km, davanti al francese Alaphilippe e allo spagnolo Valverde. Lo slovacco torna a vincere al Tour dopo tre anni (Albi, 2013) e soprattutto dopo una serie impressionante di piazzamenti: nove secondi posti.

In casa Tinkoff si festeggia la vittoria di Sagan e la sua maglia gialla ma preoccupano le condizioni fisiche di Alberto Contador, che caduto nella prima tappa finisce per le terre anche ieri. Alla fine lo spagnolo lascia per strada 48'', mentre Richie Porte - fermato da una foratura a 4,5 km dal traguardo - ne perde addirittura 1'45''.

Meno preoccupanti i secondi persi su uno strappo così duro e aspro da Vincenzo Nibali e Thibaut Pinot, che alla fine concedono 11. Buonissima invece la prova di Aru che resta in scia di Froome e Quintana già in marcatura strettissima. Il colombiano non molla nemmeno per un attimo il corridore britannico.

È già sfida a due: per ora.

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