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Samp e Genoa non accendono la Lanterna

A Marassi un derby senza gol e con poche emozioni. A vincere è solo la paura di perdere

Samp e Genoa non accendono la Lanterna

nostro inviato a Genova

Tanta, troppa attesa finita in un nulla di fatto. Finisce senza vincitori un derby della Lanterna deciso dalla noia nel primo tempo e dalla paura di perdere in generale. Ci prova di più la Sampdoria, si accontenta il Genoa ma alla fine le grandi aspettative di una gara unica finiscono col rimanere deluse.

Eppure sin dal primo mattino girando per la città ci si accorge che c'è qualcosa di diverso nell'aria, nei volti, nel modo di guardare quasi ossessivamente l'orologio e nel fare il conto alla rovescia. Genova è così: ogni volta che c'è il derby la città cambia, si ferma, quasi anestetizzata da quella che al di là della banalità non è e mai sarà una semplice partita di calcio. Sampdoria contro Genoa, sampdoriani contro genoani. Gente abituata a convivere tutto l'anno, da sempre, divisa. Ci sono i blucerchiati e ci sono i rossoblù. Parenti e amici che vivono insieme e condividono tutto ma che con il derby non potrebbero essere più distanti. O di qua o di là , in un derby che va oltre la singola partita e vive tutto l'anno tra ironie, sfottò e una rivalità che va ben oltre il semplice campanilismo.

E allora, anche se in gioco non c'è poi moltissimo, non provate a definirla una partita come le altre. È proprio per quello che trovare il tocco risolutore risulta complicato. La Sampdoria si gioca le ultime possibilità di conquistare l'Europa, il Genoa attende solo l'aritmetica per certificare una salvezza tranquilla. Eppure. Eppure è un derby e la tensione regna su ogni tocco. Così il primo tempo è davvero una brutta partita, con più tatticismi e voglia di non prenderle che di provare la giocata che cambia la partita. Solo un tiro di Praet da fuori e uno di Rigoni che non sigillano un pari inevitabile senza nessuna parata di Viviano e Perin.

Per fortuna la ripresa cambia di tono, le squadre sembrano scrollarsi di dosso ansie e paure e lo spettacolo ne giova. Dopo 2' minuti Torreira con una conclusione dal limite sfiora il palo, proprio prima che Giampaolo sia costretto al secondo cambio forzato: dopo Murru in avvio di gara anche Bereszynski è costretto a uscire. Nonostante la gabbia creata intorno al piccolo Torreira la Samp prende in mano il pallino del gioco e al 15' reclama un rigore per fallo di Rigoni su Praet su cui Massa sorvola tra le proteste blucerchiate. Ballardini corre i ripari e mette dentro Cofie, un mediano, per Pandev, un attaccante, ma il copione non cambia. La Samp fa gioco e cerca spazi dalle parti di Perin, il Genoa resta coperto e ci prova in contropiede.

Il Genoa è alle corde, Caprari, due volte, fa venire i brividi a Perin, Linetty gli scalda le mani e Caprari ancora spreca sulla ribattuta. Ti aspetti il colpo blucerchiato al termine di una pressione durata mezz'ora ma manca sempre il colpo decisivo, anche a Quagliarella che al 38' spara sull'esterno della rete. È l'occasione che, di fatto, chiude la contesa. La Samp non sfonda, il Genoa difende con ordine.

L'attesa di festeggiare, sfoggiare un sorriso beffardo e prendere in giro i cugini esultandogli in faccia è rimandata al prossimo campionato.

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