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Sanatoria Meldonium. Sharapova perdonata?

La Wada cerca di uscire dal pasticcio: difficile stabilire la durata dell'effetto

Sanatoria Meldonium. Sharapova perdonata?

Un vero e proprio pasticcio. Al quale la Wada sta cercando di porre un parziale rimedio. Al centro della vicenda c'è un farmaco, il meldonium, che fino al 31 dicembre 2015 non era nella lista delle sostanze proibite dell'agenzia mondiale antidoping. Salvo poi inserirlo a inizio 2016 perchè ritenuto capace - così la Wada - di migliorare la resistenza, di rendere più veloci i tempi di recupero, di superare al meglio lo stress e di attivare una migliore risposta del sistema nervoso. Da allora 120 atleti (40 russi, tra cui Maria Sharapova) sono risultati positivi nei test a tale sostanza.

Per uscire dall'impasse, considerando che in alcuni paesi - tra cui la Russia appunto - si fa un largo uso del Meldonium, l'antidoping mondiale ha deciso una sorta di sanatoria: sarà tollerata la presenza di «meno di un microgrammo» di tale sostanza nei test effettuati entro il 1° marzo. La decisione è stata motivata con l'impossibilità di avere informazioni scientifiche chiare su quanto tempo impiega l'organismo per smaltire ogni traccia di Meldonium. Da qui la possibilità che qualche atleta possa aver assunto la sostanza senza colpa o negligenza.

Ecco che alcuni nomi eccellenti dello sport russo (la già citata fuoriclasse del tennis e la nuotatrice Julia Efimova, ma anche il cinque volte iridato del pattinaggio Pavel Kulizhnikov e l'olimpionico dello short track Semen Elistratov) potrebbero evitare la sospensione. Per la Sharapova e la Efimova un lasciapassare per i Giochi Olimpici di Rio fra 4 mesi. E il Roland Garros si è portato avanti, inserendo nell'entry list del secondo slam di stagione. La decisione della Wada, applaudita dal ministro dello sport russo Mutko e dai legali della Sharapova, sembra voler sanare una cattiva gestione della questione anche se ora scoppieranno roventi polemiche.

Intanto il Tribunale antidoping dell'Unione ciclistica internazionale ha squalificato per 18 mesi il 39enne corridore milanese Luca Paolini, risultato positivo al Benzoycecgonine, un metabolita della cocaina, nello scorso luglio durante il Tour.

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