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Sarri si affida al vero Napoli e dà un'inutile lezione al Lipsia

Angelo Rossi

Peccato. Maledetta la sfida dell'andata, l'origine di tutti i mali. Troppo pesante il fardello di quel risultato per sperare nel miracolo. Il Napoli si ferma a un passo dall'impresa, disputando una gran partita a Lipsia insufficiente però nel conteggio finale perché si ferma a 2 gol. Sarebbe servito il terzo.

Due a zero dunque, c'è stata la risposta emotiva e ancora una volta gli azzurri hanno dimostrato di essere squadra compatta, se vogliono e quando vogliono. L'input partito dalla panchina non prevedeva questa volta brutte figure, sette titolarissimi in campo, turnover parziale e non totale come invece era accaduto al San Paolo. Tedeschi attenti nella propria metà campo, costanti nel pressing sulla linea mediana, in attesa che fosse il Napoli a farsi vivo. E infatti sono stati Hamsik e compagni a comandare le operazioni del gioco, con il solito tiki-taka che ha prodotto un paio di interessanti spunti ma anche una vistosa disattenzione sulla quale Tonelli stava per fare la frittata: palla sulla traversa e autogol evitato. Zielinski a destra al posto di Callejon è stata la mossa a sorpresa di Sarri che ha spiazzato inizialmente il Lipsia: il polacco ha tagliato magistralmente l'area sull'azione di Insigne, ribattuta dal portiere tedesco e rifinita in gol proprio da Zielinski.

Serviva il raddoppio per accendere un'ulteriore scintilla, il Napoli ci ha provato insistendo con il palleggio e l'ha trovato con Insigne, ma quasi al tramonto del match. C'era ancora una manciata di minuti, troppo poco per sfondare per la terza volta il muro del Lipsia. La risposta c'è stata, la prestazione pure, resta il rammarico grande di aver sciupato tutto al San Paolo.

Peccato, si poteva fare.

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