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Sarri, le sue scelte il limite del Napoli

Il tecnico: «Pensiamo troppo al campionato». Ma lì non fa mai turnover

Riccardo Signori

Forse hanno esagerato con il patto di spogliatoio. Forse Sarri è più bravo a cercar alibi piuttosto che a creare giocatori ad autonomia (nel senso calcistico, non fisico) non limitata. Forse ha ragione Merryl Streep quando dice: «Il monopolio del maschio è finito». Nel nostro calcio forse mai ricominciato, dopo la sbandata-stangata del Milan (Diavolo maschio). Il Napoli (maschio) le prende dalla Juventus (Signora), dalla Atalanta (Dea), e non riesce nemmeno a divincolarsi dalle trappole dell'Inter e della Roma, squadre naturalmente femmine.

Ecco, appunto, il Napoli ci fa o ci è? Sortire dalle coppe non è mai una impresa da grande squadra. Perseverare nell'idea alimenta qualche dubbio globale. O forse qualche certezza. Cominciano da quest'ultime: il Napoli sarà forse una squadra da scudetto, ma non una grande squadra. Soffre il dover giocare due-tre tornei ad alto livello, non riesce ad esprimersi se il ritmo si abbassa e la stanchezza incalza. Le grandi squadre qualche volta arrivano in fondo e vincono. Comunque vada, questo gruppo che, da tre anni, sta cercando la celebrazione di un credo è destinato a sciogliersi. Dicono che sia stato concordato un patto fra i giocatori: nessuna partenza, tutti per uno e uno per tutti, senza egoismi, per lo scudetto. Poi ognuno libero di salutare.

Il patto di spogliatoio è suggestivo e credibile, però qualcuno deve aver esagerato. In altro modo come può una squadra toppare ogni appuntamento al di fuori del campionato? Campionato che vede il Napoli in testa: ma non è vinto. La Juve tiene al guinzaglio i suoi pit bulls appena un passo dietro. E se Buffon dice che Allegri è un tecnico sottovalutato, Max risponde con una maxima da far intendere a Sarri: «Non sono di quelli che pensano a vincere con lo schema. Per me il calcio è semplice, contano gli uomini». Senza aggrapparsi a calendari tiranni, senza proporre (Sarri dixit) la formula inglese per la coppa Italia oppure la 4° e 5° sostituzione per arrivare ai supplementari, dove il Napoli neppure è giunto.

Qualcuno dirà: anche l'allenatore ha colpe e limiti. La Juve è il club con più turn over tra campionato e coppe. Il Napoli lo usa solo nelle coppe. Eppure Sarri dopo il ko con l'Atalanta ha detto: «Pensiamo troppo al campionato». Ma è lui il primo a farlo. E i giocatori fanno flop. Il tecnico non li aiuta: educa allo schema, chi sgarra non gioca, se non ci azzecchi subito torni a guardare. Rosa limitata nel valore? D'accordo, ma peggio se i giocatori sono robot e poco utilizzati. Quelli di Allegri, invece, sono invitati a pensare ed esprimere talento. La Juve ha vinto scudetti, il Napoli aspetta ancora. Per ora, a Sarri, va lo scudetto degli alibi. Sentite l'ultimo: «I giocatori sono stati distratti dai familiari in festa».

Poveretti, come fare ad allenarsi e concentrarsi mentre gli altri gozzovigliano? Manca uno schema.

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