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Sarri vede Napoli e... "Dopo la Juventus posso anche smettere"

L'ex tecnico torna da nemico al S.Paolo e Gattuso lo difende: «I tradimenti nel calcio non esistono»

Sarri vede Napoli e... "Dopo la Juventus posso anche smettere"

Dal «Vedi Napoli e poi muori» pronunciato da Wolfgang Goethe al «dopo la Juve potrei anche smettere». Frase detta ieri da Maurizio Sarri, che sotto il Vesuvio ha lavorato tre stagioni e che stasera tornerà al San Paolo per la prima volta da allenatore bianconero. Lo aspetteranno probabilmente fischi a volontà e la patente di traditore che gli è stata affibbiata non appena, lasciato il Chelsea, ha poi deciso di accettare la corte juventina. «Se mi fischieranno, la considererò comunque una manifestazione d'affetto. Se posso escludere un mio ritorno a Napoli? In questo momento non ho pensieri sul futuro. Dopo la Juve (contratto fino al 2022, ndr), potrei anche pensare di smettere. Dipende tutto dalle energie che ti rimangono: se uno non se le sente più, è giusto mettere un punto. Se tra due anni sarò lo stesso di oggi, proseguirò: se avrò meno motivazioni, no. Ma ci sta anche che, cominciando a perdere colpi e decidendo di andare avanti lo stesso, io faccia una c...ata».

Detto che gli anni appena compiuti sono 61, benvenuti a Napoli-Juventus. Con quasi 40.000 biglietti venduti in prevendita e un'atmosfera finalmente positiva per la squadra di Gattuso: merito della qualificazione alla semifinale di Coppa Italia dopo avere battuto la Lazio e magari anche di un mercato meno attendista di quelli cui era abituato De Laurentiis. In attesa di Politano (dubbi non ce ne sono più), Demme ha per esempio già fatto capire di poter essere utile e stasera sarà confermato davanti alla difesa: Lobotka partirà invece dalla panchina, ma pure su di lui ci sono aspettative mica male. «Vogliamo dare continuità alla prestazione di martedì così Gattuso -. La Juve ha tantissimi campioni, la mano di Sarri comincia a vedersi: lo stimo enormemente, è uno dei migliori al mondo. E a volte faccio copia incolla di certe sue idee. La Juve, per come gioca, è una squadra che a volte ti fa venire il mal di testa». Stima assoluta, ecco. E, anzi, una presa di posizione in sua difesa: «Il tradimento nel calcio non esiste, siamo professionisti. Lui e Higuain qui hanno fatto cose importantissime: conta questo, non altro. Se un giorno mi proponessero di allenare l'Inter, nessuno potrebbe parlare di tradimento». E se i tifosi la pensano diversamente, se ne faranno una ragione.

Al centro del tutto, in ogni caso, dovrebbe esserci una partita che la Juve (aspettando dal Psg, in cambio di De Sciglio, l'arrivo di Kurzawa, che Sarri ha ammesso di conoscere «relativamente: un conto è vederlo giocare mentre ceni con la famiglia, un altro è studiarne le caratteristiche») affronterà conoscendo i risultati di Inter e Lazio. Da prima in classifica, tanto per cambiare: «Non bisogna correre il rischio di spendere energie per un aspetto personale di fronte a un obiettivo collettivo, che è quello di portare a casa i tre punti ancora Sarri -. Sarà una partita complicata, il Napoli è destinato a risollevarsi».

Intanto, però, in campionato la vittoria casalinga manca ai partenopei dal 19 ottobre (2-0 al Verona).

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