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Sassuolo sempre fatale al Milan

Dopo Allegri e Inzaghi, gli emiliani stendono anche Mihajlovic. Terzo posto lontano e ora a rischio anche l'Europa

Sassuolo sempre fatale al Milan

L fatal Reggio Emilia. Sono cambiati i siti storici delle domeniche tristi e malinconiche del Milan ed è soltanto il segno dei tempi. Dopo Verona (due scudetti persi con Rocco e Sacchi), ecco la inedita residenza calcistica del Sassuolo che è diventato la bestia nera del Milan più recente. Tre viaggi, tre sonore sconfitte dall'esito mortificante. La prima segnò la fine dell'era Allegri, la seconda confermò l'inconsistenza di Inzaghi allenatore, la terza può mettere fine all'esperienza Mihajlovic, espulso per la terza volta e in questa circostanza per una protesta legittima (evidente l'irregolarità di Biondini su Bertolacci in occasione del 2 a 0 di Sansone, non rilevata dall'assistente di Giacomelli).Quest'ultimo Milan ha ballato e cantato per soli 20 minuti sfiorando per due-tre volte il vantaggio: Consigli, il portiere di casa, è stato fortunato e abile allo stesso tempo nel frenare le fiondate di Bonaventura, Honda e il colpo di testa di Balotelli.

Poi c'è stato soltanto il Sassuolo che ha aperto la scatola rossonera con uno schema da calcio d'angolo (specialità della casa, provata e riprovata in allenamento) e chiuso i conti della sfida con una delle accelerazioni del croato Vrsaljko, uno dei migliori insieme con Berardi, altro incubo dei milanisti, ma ieri pomeriggio neutralizzato da Donnarumma (l'unico a meritare la più ampia sufficienza), lucido e attento in ogni snodo. La svolta (il cambio di passo del Sassuolo e l'inabissamento del Milan) è accaduta in coincidenza del gol di Duncan (al debutto nel tabellino da buon ex interista) che ha di fatto ribaltato i valori e aperto un baratro sotto i piedi dei rossoneri incapaci, a quel punto, di rimettere in piedi il risultato o almeno una dignitosa reazione. Per giustificare l'improvviso tilt rossonero (sconfitta dopo 9 risultati utili) bisogna partire da un paio di segnalazioni: Bacca e Bonaventura hanno le gomme sgonfie, Bertolacci non è mai entrato nel vivo del gioco, davanti poi la famosa staffetta inventata per rispondere all'emergenza in attacco, Balotelli prima e Menez poi, non ha prodotto granchè. Mario è partito col piglio giusto, è stato ignorato una volta da Bacca, ha sfiorato di testa su angolo il bersaglio, poi si è spento come un lumino. Il francese, a disposizione quasi una frazione, ha solo perso un pallone e combinato nient'altro di significativo, al pari di Boateng giunto a sconfitta ormai maturata e con pochi minuti a disposizione per lasciare un qualche segno. Alla fine dell'ennesimo pomeriggio nero vissuto sulla via Emilia, il Milan è stato messo sotto dal Sassuolo (che ha chiuso in 10 per l'espulsione di Defrel) sia dal punto di vista fisico che da quello tecnico.

La squadra di Di Francesco e del presidente Squinzi, milanista doc, ha corso il doppio, ha lucidato lo smalto di un paio di esponenti (Berardi e Vrsaljko) tradendo qualche vistoso imbarazzo solo nei primi 20 minuti. Forse non si aspettava un rivale così pronto a sgabbiare e a cogliere il lento procedere dei suoi. A questo punto il terzo posto è diventato una chimera, non solo ma proprio il Sassuolo (a tre punti di distanza) si è avvicinato pericolosamente al Milan che può vedere compromesso anche l'ingresso in Europa league.

A poche ore dal vertice di Nyon con la commissione del financial fair-play non è proprio una bella notizia.

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