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«Le scelte lungimiranti ci hanno visti pronti ad affrontare ogni sfida»

Il manager è da 11 anni a capo della filiale nel nostro Paese. «C'è Jeep tra i concorrenti»

Pierluigi Bonora

Milano Giuseppe Bitti, classe '60, è forse il manager con la più lunga permanenza alla guida di una Casa automobilistica in Italia: 11 anni. «Il sottoscritto e Kia - afferma - sono un po' cresciuti insieme. Sono arrivato nel momento del lancio del primo Sportage, e con questo marchio ho vissuto tanti altri momenti importanti, come testimoniano i miei 56 viaggi in Corea, prima con Hyundai e poi con Kia. In tutto questo tempo ho sempre trovato nuove motivazioni per spingere Kia in Italia. È un lungo matrimonio, è vero, e spero con soddisfazioni reciproche».

Una domanda legata all'attualità: le tensioni con la Corea del Nord come hanno inciso sul business dell'auto sudcoreana

«In realtà, i veri problemi sono derivati dall'ok del Sud Corea alla realizzazione di una base Usa vicino alla Cina. E così dal febbraio 2017 è iniziato il boicottaggio da parte di Pechino ai prodotti di Seul. Guardando l'auto, ciò ha fatto molto male al Sud Corea. Il Gruppo Hyundai-Kia ha impianti in Cina che producono veicoli adatti a quel mercato. Il problema ci è costato tra il 40 e il 50% rispetto agli obiettivi in Cina. Per quanto riguarda Kim Jong-un, i coreani sono abituati a certi tipi di minacce, tutte forzature per ottenere in cambio qualcosa. È accaduto anche in passato. Comunque, chapeau a Kim per come ha saputo fare il camaleonte».

In Italia, la sfida in famiglia con la capogruppo Hyundai vi vede prevalere.

«Guardiamo alla competizione fuori dal gruppo: Hyundai e Kia fanno il 5% di quota mercato. Hyundai è più un produttore di volumi, mentre noi abbiamo un posizionamento più sportivo e di nicchia. Ma entrambi ci scambiamo le tecnologie e condividiamo le piattaforme».

Quali i concorrenti di Kia?

«Fca con Alfa Romeo e in parte con Jeep, visto che il marchio è entrato nel segmento B/C-Suv, dove noi proponiamo Stonic e Sportage. E poi, comunque, consideriamo come tali tutti i generalisti, poiché quello dei Suv è un segmento in continua crescita, dove la competizione aumenta ogni giorno, in quanto le vendite sono più sane».

Voi e il green.

«Kia è stata lungimirante: alcuni investimenti, che danno ora i frutti, sono stati presi almeno 20 anni fa. E così oggi siamo pronti alla sfida hi-tech. Abbiamo sviluppato l'ibrido, il mild-hybrid, l'ibrido plug-in e il full electric con Soul, In più, a breve, avremo il primo modello Ev da oltre 500 km di autonomia con Niro. La lungimiranza premia».

Producete dalla city-car al grosso Suv. Dia un aggettivo a ogni modello.

«Picanto? Picantissima. Rio? Solida; Stonic? Tonica; Niro? Verde; Ceed? Razio-emozionale (presto vedrete la Shooting Brake e un Suv); Sportage? Tosto; Optima? Ottima; la sportiva Stinger? Spumeggiante; Soul? Unica; Sorento? Pioniere, è stato il primo Suv di segmento D accessibile, una rivoluzione datata 2002».

E come vede il futuro della «sua» Kia?

«Brillante».

I vostri concessionari davanti alle nuove tecnologie?

«Facciamo molta formazione. Nostro dovere è che l'interfaccia di Kia con il cliente assimili alla perfezione, in breve tempo, tutte le novità in fatto di powertrain e assistenza alla guida. Gli ingredienti per la guida autonoma di livello 5 li abbiamo già tutti».

Perché un italiano compra una vettura Kia?

«Nel confronto con il mercato siamo competitivi, abbiamo qualità, lo stile piace e siamo all'avanguardia nel campo delle tecnologie. Il cliente non percepisce più la differenza tra un modello coreano e uno europeo».

Più acquisti o più noleggi?

«Per noi più acquisti. Gli acquisti da parte di privati rappresentano, nel caso nostro, l'81/82%; il 30% in più rispetto al mercato. Lanceremo una formula di noleggio con abbinati pacchetti di servizi sempre più tailor made».

I Saloni dell'auto: in giugno toccherà a Torino, poi ci sarà Bologna. Ma c'è anche la Design Week di Milano.

«Piazze importanti mostrano segni di difficoltà. È cambiato il modo di comunicare: le informazioni, ora, sono immediate. Il Salone di Ginevra sarà sempre centrale perché è neutrale, ha una dimensione umana e si svolge all'inizio dell'anno.

C'è un orientamento verso rassegne che garantiscono una visibilità indiretta, come avviene a Milano per eventi legati a design e moda».

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