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Scozzoli, rana con il freno. La Pellegrini salva il record

Brutto inizio per gli azzurri: il nostro uomo medaglia e la Bianchi in finale soltanto con il 7° tempo. La Ledecky sui 400 fa tremare il primato di Federica

Scozzoli, rana con il freno. La Pellegrini salva il record

nostro inviato a Barcellona

Se ci fosse stata Mafaldina… magari Genoveffa… Macchè, avrebbe vinto e buon per Federica che il record del mondo è ancora suo. Bisogna consolarsi così per non dire: si stava meglio quando si stava peggio. L'italian style della vasca di Sant Jordi è ancora legato a Federica Pellegrini, ora in arte Mafaldina per la creme di twitter, e al suo trono da regina che ieri si è presa Kathleen, nome da diva, Genevieve, nome da strega, Ledecky, sedicenne americanona, il nuoto nel sangue per via della mamma atleta e del fratello che, a sei anni, l'ha spinta in piscina. Viso di una ventenne e nuotata da fare a spallate con chiunque. Genevieve si è mangiata ogni avversaria con facilità nei 400 stile libero, e per quasi tutti i quattro minuti della gara (3'59''82) ha messo la testa davanti al record della Pellegrini (3'59''15), l'unica donna al mondo che, fino a ieri, era scesa sotto il muro. Genevieve è la seconda ed anche la miglior erede che Federica potesse attendersi in questa distanza. E lei conferma: Sapevo che avrebbe vinto e mi ha impressionato il tempo. Sarà un'avversaria forte per i prossimi anni». Genevieve è una di quelle nate per vincere (oro negli 800 sl a Londra), un po' come la Missy Franklyn che nella staffetta 4x100 ha acchiappato il primo degli otto titoli messi in calendario. Chissà Phelps che stava in tribuna, reduce da un golf fatale per il suo piede, come si sarà divertito con le sue phelpine «E' la prima volta da quando ho lasciato il nuoto che torno fra la mia gente. Sensazioni strane», ha fatto sapere.

Ma che dire dell'Italietta nostra. Mattina da eroi, pomeriggio da comprimari. Nella mattinata Federica Pellegrini ha guidato le ragazze della 4x100 al record italiano (3'39”50), nuotando lei sotto i 54 secondi come solo una volta le era capitato. E magari facendosi venire qualche ripensamento per i 200 stile libero. Risposta ambigua alla domanda: «Non so, Philippe (Lucas, ndr) non mi ha detto nulla. Penso di no, ma non si sa mai». Le ragazze non sono andate in finale (10° tempo), ma almeno hanno lasciato un buon ricordo. E così Piero Codia che ha migliorato per la quarta volta il primato italiano dei 50 farfalla, mentre Scozzoli ha preparato la semifinale dei 100 rana con il terzo tempo in batteria e Ilaria Bianchi quella dei 100 farfalla con il settimo tempo.

Scozzoli e la Bianchi sono le nostre bandierine da sventolare con un pizzico di orgoglio anche nella finale di questa sera. Peccato che, visti nel loro sonnolento pomeriggio, non lascino neppure lacrime per piangere. Che succede all'Italnuoto? Nulla più di quanto il cielo, sgombrato dalla cappa di Federica, facesse intendere. Quando non tutto fila liscio ritorniamo al preduemila, olimpiade di Sidney. Nel pomeriggio la Bianchi selvaggia del nuoto senza paure si è rifugiata in una gara difensiva, e maldestra, nella semifinale vinta dalla danese Ottesen. Ha salvato l'ingresso in finale con il 7° tempo: un po' poco per pensare alla zona medaglia.

Ma il peggio è venuto da Fabio Scozzoli, l'unico vero uomo da medaglia della spedizione. Ieri il nostro uomo dai capelli dorati (forse resteranno solo quelli) si è svegliato male. «Non so, ero stanco, pensavo di fare meglio, mi sono trovato fra i due uomini di Londra (Sprenger e Vander Burgh poi 1° e 2°, ndr) e…». E ha replicato la scena e il buco nell'acqua (7° tempo anche per lui). Oggi c'è tempo per rimediare, difficile vederlo nuotare una rana sempre così semovente. L'Italia delle tribune tocca ferro. Lui è realista: «Dipenderà da me, se nuoto bene faccio strada. Se nuoto come oggi, addio medaglia». Addio anche a un pizzico di credibilità: due tonfi di fila sarebbero troppi. Vabbè che l'Italia resta comunque nella retroguardia del mondo. Lo ha dimostrato il quartetto 4x100 stile libero (Dotto, Leonardi, Orsi, Magnini): quinti come voleva pronostico. «Ma se io e Dotto avessimo tirato di più potevamo andare a medaglia. Gli altri sono andati più piano», ha ammesso Magnini.

Successo ai francesi davanti a Stati Uniti e Russia: gara supercombattuta, sembra l'ordine d'arrivo dei Giochi di Londra.

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