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Se il «Lampo» di Lapo colpisce la Pagani Huayra

La supercar di Horacio ancora più esclusiva grazie alla personalizzazione di Garage Italia

Gabriele Villa

Milano La genialità bespoke. Come accade con un abito su misura, eccoci di fronte alla taglia giusta dell'inventiva e della fantasia, che si somma a un'altra genialità della fantasia e dell'inventiva. Un mix, quello tra Lapo Elkann e Horacio Pagani, che scrive congiuntamente e rivela agli occhi del mondo, nei saloni di Garage Italia, a Milano, un'altra pagina di storia nel libro dell'eccellenza artigianale. Così, quando insieme procedono all'unveil della loro creatura, la Pagani Huayra Lampo, la sorpresa si traduce subito in un coro di woow che sale dalla platea. Due note tecniche: motore Mercedes Amg V12 biturbo da 6 litri e 730 cv, 360 orari di velocità massima. Il prezzo non è stato dichiarato, anche se plausibilmente sarà oltre i 2 milioni.

«La fonte di ispirazione per me per il mio team rivela Lapo Elkann - è stata la Fiat Turbina, una vettura storica, sintesi di stile ed estetica, una vettura esclusiva simbolo di un'Italia vincente e avvincente». Una sfida, in buona sostanza, quella di rinnovare, con la tecnologia di oggi e i materiali più innovativi, l'unicità di un'auto come quella, che il team degli artigiani di Horacio Pagani ha accolto con entusiasmo.

«Lavorare con Horacio è stato come vivere un sogno, è stato come creare un sogno. Abbiamo giocato, insieme, divertendoci, con il team dell'atelier di Pagani - ammette Lapo - abbondando nella monoscocca con il carbo-titanio, materiale d'avanguardia che, grazie un complesso processo di applicazione metallica di alluminio, gode di una luminosità incredibile, facendo sì che il colore sia sempre vivo. E poi cerchi color bronzo come le vecchie auto da corsa e, sempre firmate da Garage Italia Customs, anche le pinze monoblocco del poderoso impianto frenante Brembo con dischi in carbonio ceramico».

E gli interni? «Come il mio abito - mostra Lapo, sfoderando un sorriso dei suoi - cioè personalizzati con l'impiego di una pelle intrecciata a mano con inserti in Solaro, realizzata appositamente per la Huayra Lampo, dagli artigiani torinesi di Foglizzo». E ancora dettagli preziosi su dettagli preziosi, come il tricolore sugli specchietti, che mentre nelle vetture Pagani è solitamente inscritto in una ellisse, sulla Lampo è stato sostituito con i tre lampi del logo.

Dal canto suo Horacio, la «leggenda», come Lapo lo definisce, mette altra brace nel fuoco dell'entusiasmo per questa vettura unica: «La missione di un designer - dice Pagani - è quella di accontentare chi ha mille pretese, così, abituati a lavorare con clienti che sono molti esigenti, per ognuno facciamo un'auto che diventa un vestito su misura. Cercare di capire le emozioni che il cliente vorrà provare con la vettura che guiderà è il nostro compito. Un'auto di questo tipo può sembrare inutile, eccessiva. Ma allora che dire dell'apparente inutilità di certe opere d'arte? Ne possiamo fare a meno, ovvio, ma il contemplarle suscita emozione, ci appaga, ci fa salire di un gradino spiritualmente. Lavorare con Garage Italia è stata un'esperienza molto stimolante perché Lapo ha una visione del bello, dell'italianità e del lavorare in gruppo straordinaria».

Garage Italia, dunque, come punto di approdo e di partenza per chi ha in animo rivoluzioni estetiche e stilistiche audaci. «Abbiamo ricostruito le fondamenta di questo luogo meraviglioso voluto da Enrico Mattei negli anni Cinquanta e lo abbiamo fatto diventare - commenta Lapo - un centro artistico e creativo dove si possono venire a personalizzare auto, moto, barche, elicotteri e a sviluppare progetti e prodotti per clienti del be-to-be o del be-to-see. L'obiettivo è che questa casa diventi l'eccellenza dell'italianità. Per questo motivo vi anticipo che apriremo entro febbraio un altro Garage Italia in Europa e nel 2018 un altro nel mondo. Bisogna giocare al rialzo con la fantasia perché nella vita non bisogna mai accontentarsi. E, proprio in vista del nuovo anno, il mio augurio va all'Italia, che ha diritto di risplendere e di tornare a brillare. Perché tutti insieme si possano generare tanti lampi di bontà e di bellezza».

E da Lapo a Lampo il passo non potrebbe essere più breve.

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