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Senza superstar l'Italia di Conte è a porte girevoli

Pellè ed Eder le nuove armi per un attacco senza titolari. Verratti oscurato anche da Valdifiori. Delusione Immobile

Senza superstar l'Italia di Conte è a porte girevoli

L'appuntamento è fissato fra 67 giorni, quando Conte - a stagione conclusa e poche ore dopo la disputa della finale di coppa Italia - riavrà la truppa azzurra a Coverciano per gli ultimi impegni del suo primo anno da ct: la sfida di qualificazione con la Croazia (12 giugno a Zagabria) decisiva per il primato nel girone, l'amichevole con il Portogallo di Cristiano Ronaldo quattro giorni più tardi (probabile sede Bruxelles).

La sfida con l'Inghilterra ha chiuso il miniciclo azzurro, apertosi con il dibattito sugli oriundi e proseguito con il botta e risposta con la Juve per l' affaire Marchisio fino alla riconciliazione avvenuta a Torino nello Stadium. Dieci giorni per valutare bene il materiale umano e tecnico a sua disposizione. «Non chiuderò la porta a nessuno, non me lo posso permettere», il messaggio preciso lanciato da Conte dopo la gara con gli inglesi. Lo dimostrano i 55 giocatori convocati in otto mesi di Italia - compreso il Balotelli ripescato a novembre ma subito rimandato a casa per un infortunio - sette dei quali, tra cui ritrovato Barzagli, nell'ultima tornata. D'altronde si va sempre più nella direzione di un'Italia operosa, senza superstar, in cui il concetto di squadra faccia passare in secondo piano quello di selezione, anche senza gli stage ad hoc. Perchè Conte ha un dna più da tecnico che da ct.

CONFERME La difesa è il reparto in prospettiva più rassicurante. Recuperata la retroguardia Juve al completo, con Barzagli al top, Conte potrà lavorare meglio su automatismi collaudati. Ranocchia ha confermato di essere un buon ricambio, in attesa di vedere all'opera i giovani Rugani (già in gruppo a novembre) e Romagnoli, per ora lasciati giustamente all'Under 21. L'attacco ha invece trovato due armi in più: l'oriundo Eder, capace nei suoi primi 97 minuti in maglia azzurra di segnare un gol pesante e buone giocate; l'eterno emigrante Pellè, due reti in tre presenze. Sorprendente il debutto del 28enne Valdifiori (elogiato dal ct e l'emblema di una scelta fatta «senza guardare il curriculum»), l'uomo più simile a Pirlo che Conte ha tra le mani al momento, che ha mostrato grande personalità e nessuna emozione giocando senza strafare; buone le prove di Darmian (da tempo nelle mire del Barcellona) e di Bertolacci nella sfida con la Bulgaria; da rivedere Soriano, mentre Parolo e Candreva (provato come mezzala) si confermano due valide alternative.

DELUSIONI La più grande è quella legata a Verratti: il talentino del Psg è sempre sotto esame in azzurro e non ha ancora ingranato la marcia giusta. Male con la Bulgaria, spaesato nella mezz'ora giocata con l'Inghilterra. Col rientro di Pirlo, De Rossi e Marchisio, Conte potrebbe valutare di cambiargli destinazione e di provarlo da interno. Deludono anche Immobile, che paga forse la stagione non brillante in Bundesliga, e Zaza, pure lui a corrente alternata nel Sassuolo. Il problema è che a questa Nazionale ancora manca un vero finalizzatore, con reti distribuite equamente come fu la prima Juve di Conte (uno solo in doppia cifra, Matri, e gol di venti giocatori diversi). E dietro Buffon, Sirigu non sembra ancora all'altezza.

PROSPETTIVE Conte dice di seguire tutti, anche quelli lontani dall'Italia: il dimenticato Borini, il neo «canadese» Giovinco, Osvaldo e Balotelli, duo che è sinonimo di spreco del talento. Di sicuro darà un'altra chance all'altro oriundo Vazquez, che ha caratteristiche con pochi eguali nel gruppo. Contro l'Inghilterra erano in campo solo 5 dei 14 calciatori che giocarono l'ultima partita del Mondiale brasiliano.

La rivoluzione continuerà, con il metodo delle porte girevoli: si può entrare per meriti, condizione e talento, si può uscire velocemente senza mentalità, intesa come fame e voglia di sudare con la maglia del Paese che si rappresenta.

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