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Il sergente e il capitano: Roma, questione di feeling

Tra Garcia e Totti un patto di ferro nato nel ritiro di Brunico. Poi il gruppo: il rilancio di De Rossi, Gervinho voluto a tutti i costi e il fenomeno Strootman

Il sergente e il capitano: Roma, questione di feeling

Il capitano e il sergente. Così la Roma ha smesso di fare la stupida e ha iniziato a stupire. Francesco Totti e Rudi Garcia, l'asse sul quale la capolista ha costruito un incredibile inizio di stagione: sette vittorie su sette, venti gol fatti e appena uno subito. Una cavalcata che affonda le radici proprio in una disfatta, nella finale di Coppa Italia persa contro la Lazio. Ma dalle ceneri è riemersa la Roma e spesso dalle grandi sconfitte nascono le nuove imprese.
Il capitano e il sergente. Spesso sono le figure chiavi su cui costruire la riscossa. Totti era già in casa, Garcia è stato pescato in Francia. Il feeling tra i due è stato immediato. Così il tecnico francese sul numero 10 giallorosso: «L'uomo è all'altezza del calciatore. Immenso, è una leggenda, è l'anima della squadra».. E Totti ha ricambiato: «È il tecnico del futuro». Così nel ritiro più contestato della storia è nato il patto di ferro. Garcia alzò subito il tiro: “Chi contesta è un tifoso della Lazio”. Era solo il modo per dire alla sua truppa che l'avrebbe difesa sempre e comunque. E il gruppo l'ha seguito, a partire da un altro graduato, capitan futuro: “E' stato subito uno di noi”, il riconoscimento di De Rossi.

Dalle feroci contestazioni all'abbraccio nella notte di un migliaio di tifosi a Fiumicino dopo il 3-0 all'Inter: il miracolo in pochi mesi. Garcia detta le regole, Totti è il primo esempio. Lo stratega e il leader. La notte di San Siro è stata l'apoteosi, la simbiosi perfetta delle due anime. «Adesso siamo messi bene in campo» ha detto il capitano mandando involontariamente un messaggio a Zeman, colui che l'aveva fatto diventare grande ma che l'anno scorso di questi tempi aveva già perso il derby. Il tecnico francese ha ripagato subito: «Il capitano ci ha indicato la via». Lo aveva capito subito che senza Totti non c'è Roma: «Vincerò con lui». Né nome, né cognome: lo chiama sempre capitano quasi a riconoscere la sua autorità.
Poi ci ha messo anche tanto del suo. Ha piazzato De Rossi a guardiano del fortino e lo ha rilanciato. Ha voluto un giocatore su tutti: Gervinho. A San Siro si è capito il perché. E poi ha regalato alla Serie A un campione: Strootman. Tatticamente ha dato ordine e disciplina e la Roma ha scoperto di avere diverse anime: vince col possesso palla, soffrendo o dilagando. E contro l'Inter è stata cinica con ripartenze micidiali. «Era una gara da uomini » ha detto Garcia tenendo aperta la striscia perché «ci permette di non pensare ad altro».

Sergente e capitano sono allineati sullo scudetto. «Meglio una sorpresa alla fine che sognare e rimanere delusi» dice l'allenatore. «Ci sono squadre più forti, l'obiettivo è la Champions» gli fa eco il capitano. Il tricolore può aspettare, per ora alla Juve vogliono strappare il record della squadra di Capello, nove vittorie di fila nello scudetto 2006 cancellato da Calciopoli. Nel libro dei primati “ufficiali” resistono gli otto successi bianconeri del 1930-1931 e del 1985-1986. In entrambe le occasioni la striscia fu interrotta dal Napoli. E dopo la sosta, che Garcia teme, ci sarà proprio la squadra di Benitez sulla strada della Roma. Non si sa ancora dove e quando si giocherà. L'allenatore francese non pensa alla scaramanzia, ma non ha dubbi: «Il calendario dice che dobbiamo giocare noi in casa».

Il sergente non guarda in faccia a nessuno con un capitano così.

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