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Serie A, Nicchi difende gli arbitri: "Il fallo di mano di de Ligt? Non è rigore"

Il Presidente dell'AIA Marcello Nicchi ha difeso l'arbitraggio di Irrati e Rocchi finiti nel mirino della critica nell'ultimo turno di Serie A: "La polemica di Gasperini in Lazio-Atalanta? Sono due rigori sacrosanti"

Serie A, Nicchi difende gli arbitri: "Il fallo di mano di de Ligt? Non è rigore"

Nell'ultimo turno di Serie A ci sono state polemiche attorno a due partite: Lazio-Atalanta e Juventus-Bologna. Nel primo caso Gian Piero Gasperini si è infuriato con il direttore di gara per i due rigori concessi ai biancocelesti suscitando l'ira di Immobile, che si è procurato entrambi i penalty per due falli ingenui di Palomino e de Roon, e anche del club biancoceleste che ha risposto per le rime all'ex tecnico dell'Inter.

Per quanto riguarda Juventus-Bologna, invece, in molti hanno criticato la decisione dell'arbitro Irrati e del Var di non punire con un calcio di rigore l'intervento di braccio, in scivolata, di Matthijs de Ligt. A fare chiarezza ci ha pensato il Presidente dell'AIA, associazione italiana arbitri, Marcello Nicchi che ai microfoni di RadioUno ha precisato: "Gli arbitri stanno lavorando bene e applicando dei regolamenti che anche a noi non entusiasmano, ma il problema è che sono pochi gi addetti ai lavori che conoscono le regole, altrimenti non si capisce perchè si dica che l'arbitro deve andare o meno a vedere o che c'è confusione sul fallo di mano".

Nicchi ha poi difeso la scelta di Irrati di non concedere il calcio di rigore al Bologna per il fallo di mano di de Ligt: "La regola è chiara, c'è stata la giocata e non era rigore. A chi continua a dire che le regole si applicano a secondo del colore della maglia, dico di non andare più allo stadio". Infine, il numero uno dell'AIA ha bacchettato Gasperini: "La polemica di Gasperini? Sono due rigori sacrosanti. Non è compito nostro sindacare sulla forza del pestone o sul danno subito. Fino ad una settimana prima Rocchi era considerato il miglior arbitro italiano, bisogna accettare quello che capita in campo e gli allenatori ci devono dare una mano. Devono conoscere il regolamento e le dissertazioni si facciano nelle sedi opportune, in questo modo si crea solo discredito e si mette sulla strada sbagliata il moviolista o il giornalista".

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