Sport

Serve un tacco altrui per far felice una brutta Signora

Salvata da un autogol su tiro di Dani Alves Allegri: «Male il gioco, però bene lo spirito...»

Davide Pisoni

La Signora indossa il tacco altrui per non togliersi il vestito di prima della classe. È infatti un autogol di Goldaniga a regalare i tre punti a una brutta Juventus che passa a Palermo senza convincere. Una prestazione incolore quella della squadra di Allegri che si spegne dopo appena un quarto d'ora e si trascina fino al fischio finale. È una vittoria sporca, di quelle che a fine stagione pesano enormemente, ma non deve trarre in inganno perché la parentesi del poker al Cagliari si inserisce tra due controprestazioni, Inter e appunto Palermo. Certo se Mandzukic non si fosse mangiato tre occasioni clamorose segnando solo quella in fuorigioco, si starebbe parlando d'altro. Il croato non è Higuain che per una volta vanta solo un paio di guizzi in attacco, ma la bella notizia è la disponibilità al sacrificio del Pipita che resta a secco e si rifà dando una grossa mano alla squadra in difficoltà. Dunque nella tabella di Allegri ci sono altri due punti in più dopo quelli strappati alla Lazio quando disse «meritavamo il pareggio non di vincere». E se tre indizi fanno una prova è una Juventus timida in trasferta: dopo l'Olimpico e il ko con l'Inter, la faticaccia del Barbera.

Deve suonare come un campanello d'allarme in vista dell'insidiosa trasferta di Zagabria in Champions League. Dove la vittoria è diventata obbligata dopo il passo falso all'esordio in casa contro il Siviglia, servirà la vera Juventus. Allegri assicura: «Sarà un'altra squadra». Quindi non quella svagata di ieri a Palermo, soprattutto in alcuni uomini come Dani Alves che ha il solo merito di provocare l'autogol decisivo. Per il resto il brasiliano confeziona una prova superficiale in alcune giocate e soprattutto in difesa come se la linea a tre gli desse una tranquillità eccessiva. Un'anarchia non richiesta. Meglio quando viene arretrato nella linea a tre, complice l'infortunio di Rugani nel primo tempo e l'ingresso di Cuadrado. Già, il colombiano ai primi minuti della stagione, conferma più il male che il bene della sua passata stagione in bianconero. Da rivedere in difesa dove Aleesami lo travolge. L'ex Fiorentina e Chelsea non sfrutta l'occasione per mettersi alle spalle anche il mini giallo dell'assenza anche dalla tribuna nel turno infrasettimanale.

Non aveva trovato posto nemmeno ieri nell'undici titolare con i due arieti in attacco Higuain-Mandzukic e un turno di riposo a Dybala. L'assenza dell'argentino ha pesato in maniera clamorosa sullo sviluppo della manovra. Senza la sua fantasia, ci avrebbe dovuto pensare Pjanic, ma il bosniaco si è presentato nella versione compassata, si è spento subito e riacceso raramente. In più Lemina ha sbagliato tanto con la palla tra i piedi e per Allegri che va predicando una crescita tecnica della squadra, quello di Palermo è un passo indietro notevole. Tanti errori, tante palle perse in fase di costruzione. Non ne ha approfittato l'ottima squadra di De Zerbi, che ha giocato una partita alla pari con i campioni d'Italia mancando solo nella fase conclusiva: Buffon non ha fatto parate e per la seconda volta di fila i bianconeri non hanno subito gol.

Dovrà riflettere e molto Allegri chiamato anche ad affrontare la prima emergenza della stagione in difesa e a centrocampo perché dopo Benatia si ferma anche Rugani; in mediana si blocca Asamoah (in lacrime), lasciando la squadra in dieci negli ultimi 5'. L'allenatore bianconero non si nasconde: «È stata una bella partita di sofferenza, certo non tecnicamente. Alla quinta gara di fila è uscita anche la stanchezza. Ma lo spirito è quello giusto». Allegri però si consola così: «Avevo chiesto di vincere e senza subire gol...». I suoi l'hanno ascoltato. Al resto ci ha pensato il tacco di Goldaniga, ceduto al Palermo nel colpo Dybala.

La Joya è un affare anche se non gioca.

Commenti