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Una sfida tornata in equilibrio sotto l'effetto del ribaltone

Nerazzurri solidi e più italiani, Signora pazza e straniera. Sarà restaurazione bianconera o passaggio di consegne?

Una sfida tornata in equilibrio sotto l'effetto del ribaltone

Scusate il ritardo. Il campionato ritrova finalmente il derby d'Italia. Juventus e Inter tornano a guardarsi in faccia come mai gli era successo veramente nelle due ere in cui hanno dominato gli ultimi dieci anni. E c'è aria di ribaltone in un senso o nell'altro sul filo dell'equilibrio. Mai come questa volta è una partita da tripla. Non è un luogo comune anche perché si sta parlando di una sfida che non è più solamente un pallone da buttare in porta, ma una questione di credo, di religione. E quando è così tutto può succedere. A prescindere dai momenti storici che attraversano le due squadre. Lo dice la storia. Nel quinquennio interista culminato nel triplete, ad esempio Ranieri e Ferrara regalarono gioie ai bianconeri. Invece nel filotto di sei scudetti juventini, Stramaccioni e De Boer diedero soddisfazione agli interisti.

Eccezioni da una parte e dall'altra che nel pallone che rotola ci stanno. Stavolta l'ago della bilancia è in perfetto equilibrio. Anzi, torna a pendere leggermente dalla parte dell'Inter. Se non altro perché dopo otto anni e tre giorni, era il sei dicembre 2009, i nerazzurri si presentano a Torino guardando dall'alto i campioni d'Italia. E l'ultima volta in assoluto fu nell'ottobre dell'anno successivo, ancora sotto l'effetto paradisiaco del triplete, con Benitez in panchina. Anche se non è tanto l'essere davanti, ma la convinzione della forza della sua squadra a far dire a Luciano Spalletti: «Andiamo per vincere». Perché l'Inter ha le armi giuste per far male alla Signora. Dall'altra parte Massimiliano Allegri carica: «Affrontiamo per la seconda volta di fila in otto giorni, una capolista. Non capita tutti i giorni...».

Entrambi fiutano l'occasione di un ribaltone. L'Inter vuole nobilitare il primato e una vittoria potrebbe suonare come un inizio di passaggio di consegne. La Juventus vuole rimettere ordine tornando ad occupare la vetta, anche solo per una notte, come le accade da sei anni.

Intanto sembra che si sia ribaltato il derby d'Italia. L'Inter stasera nell'undici iniziale con ogni probabilità sarà più italiana della Signora, orfana anche di Buffon. Chiellini e De Sciglio dovrebbero essere gli unici azzurrabili di Allegri, mentre Spalletti ne avrà il doppio: D'Ambrosio, Santon, Gagliardini e Candreva. Anche se poi al Mondiale andranno gli altri, gli Higuain e gli Icardi. Il Pipita con la Juventus non ha mai segnato all'Inter, mentre il capitano interista ha nella Signora una delle sue vittime preferite. Il tango degli opposti in cui a ballare potrebbe essere Dybala tenuto sulle spine da Allegri.

E poi i nerazzurri sembrano i bianconeri e i bianconeri sembrano i nerazzurri. L'Inter è difesa, fisico e cinismo, le armi con cui prima Conte e poi Allegri hanno costruito il capolavoro dei sei scudetti di fila. Poi Spalletti ha ormai un'identità precisa, i suoi titolarissimi. Invece la Juve di questa stagione è un po' pazza proprio come spesso lo sono stati i nerazzurri. Ha perso partite dopo averle dominate per un tempo (Lazio e Sampdoria), si è fatta rimontare due gol (a Bergamo). Spesso si è scoperta in difesa. Non ha una faccia ancora definita, cambia tante formazioni e tanto tatticamente. La quadra potrebbe averla trovata a Napoli. Con un abbozzo di albero di Natale, soprattutto con tre centrocampisti di ruolo per ritrovare equilibrio. E Spalletti non a caso ha sottolineato la forza della sua mediana. È lì che si inizierà a costruire la vittoria.

Per l'Inter i tre punti significherebbero iniziare a scucire un angolo di scudetto alla Signora. Per la Juventus un successo sarebbe il modo migliore per tornare al posto che occupa da sei anni.

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