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Siamo tutti d'accordo: Verratti indispensabile Ma serve pure Balo

A desso che la qualificazione è in cassaforte e che in gioco è rimasto il primato del girone, è lecito qualche approfondimento sul futuro stesso di Antonio Conte e sulla sua missione francese. Il ct è convinto di riuscire a costruire una «macchina da guerra». Può essere. Perché lento è il lavoro di un Ct chiamato a lavorare sulla testa e sui piedi dei suoi azzurri una volta al mese e per pochi giorni. Ed è questo poi il motivo per il quale lo stesso Antonio Conte è, a oggi, per niente convinto ad accettare il prolungamento di contratto fino al mondiale in Russia non vedendo l'ora di tornare all'antico e più tradizionale mestiere di allenatore, meglio adatto alle sue caratteristiche. Possono sedurlo con promesse, fidare nell'azione diplomatica di Oriali ma il nostro non è solito cambiare idea, specie se quest'ultima è maturata lungo un paio di anni vissuti a Coverciano fuori dalla mischia. Sarà bene che Tavecchio si metta per tempo al lavoro per trovare un sostituto all'altezza del compito. Non sarà facile.

Ma domani è già campionato d'Europa e qui per realizzare lo schema di squadra competitiva è da sempre utile applicare una collaudata tecnica: allestire una solidissima colonna vertebrale che parte dal portiere e finisce col centravanti. Buffon è ancora una garanzia, Bonucci, al netto di qualche presunzione, idem: i due ruoli da assegnare restano quello del costruttore del gioco e di attaccante principale. Qui spuntano due pretendenti con storie opposte. Uno è Marco Verratti, il nuovo geometra del centrocampo azzurro: gli vogliono tutti bene e non vedono l'ora di affidargli il volante del gioco. L'altro è Mario Balotelli, dotato di grandissimo talento ma discutibile carattere eppure meglio di Pellè e Zaza, qualora dovesse rinsavire nel Milan di Mihajlovic.

Sul primo son tutti d'accordo, sul secondo resistono, a ragione per ora, pregiudizi che non devono però diventare condanne senza appello.

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