Sochi 2014

Sicurezza e termometro: come sono calde le Olimpiadi di zar Putin

I Giochi nel cuore del Caucaso prova di forza contro i ribelli. E l'estiva Sochi capitale d'inverno a costo di portarci la neve

Sicurezza e termometro: come sono calde le Olimpiadi di zar Putin

L'ultimo allarme arriva da Washington. Il Dipartimento di stato ha messo in guardia i cittadini che saranno a Sochi per le Olimpiadi invernali, non c'è alcuna minaccia specifica ma gli americani devono mantenere la massima attenzione sulle misure di sicurezza, dice l'avviso.

A meno di un mese dalla cerimonia inaugurale è questo il vero problema di Vladimir Putin e degli uomini che lavorano senza sosta per preparare i Giochi. Il pericolo terrorismo è reale, lo dimostra il doppio attacco portato a termine nelle strade di Volgograd due settimane fa: nessuno ha ancora rivendicato gli attacchi, non lo ha fatto Dokku Umarov, il temuto leader dei terroristi ceceni che si muove da anni come un fantasma nelle foreste del Caucaso, ma è normale che i sospetti cadano tutti su di lui. Putin ha alzato al livello massimo l'allerta intorno alla città dei Giochi e nei giorni scorsi è stato personalmente a Sochi per un sopralluogo con gli specialisti dei Servizi segreti. Misure di sicurezza straordinarie negli aeroporti, controlli sulle strade, batterie di missili Pantsir-S sistemate nei punti strategici della città, trentamila militari spostati in questo angolo di Russia per l'intera durata delle Olimpiadi, e 400 cosacchi con le loro divise tradizionali di pattuglia con i poliziotti. Persino il capo dell'Fbi, James Comey, ha annunciato che una ventina dei suoi agenti migliori voleranno in Russia per aiutare i colleghi: dopotutto Sochi è una città del Caucaso, una provincia che conosce sin troppo bene guerra e terrorismo, e questa è anche la scommessa massima di Putin: mostrare al mondo che i ribelli islamici sono sconfitti, che la Russia è sicura al punto da ospitare una grande manifestazione internazionale.

E poi c'è un'altra scommessa, è meno rischiosa ma resta complicata: gli organizzatori dei Giochi devono trasformare questa città appoggiata sulle coste tiepide del Mar Nero in un villaggio alpino. Putin ha investito qualcosa come 48 miliardi di dollari per le Olimpiadi, il suo team ha costruito immensi depositi per conservare la neve caduta d'inverno e usarla sulle piste al momento delle gare, esperti finlandesi hanno messo a punto nuovi cannoni in grado di funzionare anche quando la temperatura è sopra lo zero. Ma i soldi sono l'impegno minore. Per allentare le critiche che arrivano da molte cancellerie straniere, il capo del Cremlino ha dato il via a un'operazione di restyling del potere, prima ha firmato il decreto che ha permesso alle ragazze punk delle Pussy Riot e agli attivisti di Greenpeace di uscire di prigione grazie all'amnistia, poi ha concesso la grazia al suo grande rivale, Mikhail Khodorkovsky, che oggi si trova in Svizzera e ha già annunciato che non s'impegnerà mai in politica. Ma Putin ha anche smontato Ria Novosti, una delle agenzie di stampa più forti e più vecchie di Russia, quella incaricata di seguire ogni minuto dei Giochi, affidando la guida a un giornalista abile e affidabile come Dmitry Kiselev. Anche per questo, molti nell'opposizione pensano che le Olimpiadi siano soltanto uno strumento di propaganda nelle mani di Putin e già preparano proteste pacifiche. Gruppi gay, ambientalisti e minoranze circasse pensano a manifestazioni nei giorni dei Giochi. Il presidente russo ha deciso di autorizzare i cortei, che quindi saranno ripresi dalle tv di tutto il mondo.

Non a Sochi, ma a una decina di chilometri dalla città olimpica, nel villaggio di Khosta, l'unico luogo in cui sarà permesso protestare senza trasgredire alcuna legge.

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