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La Juve feroce e distratta tiene viva la sua Europa

Segna, spreca e Pogba la salva dal baratro. Gioca un gran primo tempo, ma rischia il ko. Buffon, Chiellini e Bonucci: la difesa che sbanda

Pogba in un momento del match tra Juventus e Olympiacos
Pogba in un momento del match tra Juventus e Olympiacos

nostro inviato a Torino

La Juve è tornata squadra feroce e tien ancora stretta la sua Champions. Partita da squadra campione, nello spirito la cattiveria e l'aggressività made in Conte, magari un po' confusionaria in difesa, e con vista da rivedere in attacco. Tre gol, ma potevano essere di più. E sono stati troppi, per non avere mea culpa da recitare, i due al passivo: soprattutto per colpe proprie. Gran bel giocare nel primo tempo, un po' più affannato nella ripresa. Stavolta anche il mal d'Europa è stato ribaltato. E' un successo in più. Pirlo è tornato ai suoi gioielli, la squadra si è rimessa in linea di volo.

Pioggia come fosse una notte inglese, l'arbitro si sarà trovato a casa, Juve come una squadra anglosassone: decisa nell'aggressione, corsa a tutto ritmo, pressione sull'avversario, grande dinamica e pessima mira. I greci non avranno creduto agli occhi loro, una paperata di Buffon e il conseguente assenteismo di Chiellini su Botia, gli hanno rimesso in piedi la partita nel giro di un minuto del primo tempo. Poi gli errori di mira degli juventini hanno permesso all'Olympiacos di chiudere i primi 45' con il minimo dei danni. Quando si dice cosa non va in una squadra... Cos'è il mal d'Europa, se non un tiro a segno sbagliato? La Juve ha gestito la prima parte con personalità e determinazione, magari un po' timida nel primo giocare di Pogba e Asamoah, con Pirlo pronto a districarsi dalla guardia di Dominguez, comunque cattiva, determinata nei guizzi di Marchisio, vera anima della squadra, del malconcio Vidal (stava per non giocare causa botta nel riscaldamento) e nelle voglie di assist man di Tevez.

I greci si sono rinsaldati in difesa costruendo un discreto muro che il continuo picchettare dei martelli bianconeri poteva anche sfaldare. Peccato che nessuno ci prendesse al tiro. La Juve ha pescato la solita fantastica maledetta punizione di Pirlo che, dalla sua mattonella, mette il radar e infila la palla in quell'angolo dove il portiere non arriva mai. Gol al minuto ventuno, neppur fosse consacrato all'architetto con tanto di numero di maglia. Però nemmeno il tempo di gioire, che Buffon si è lasciato sfuggire una palla anonima in corner. La frittata è stata indecorosa per una squadra schierata in difesa su quell'angolo e Chiellini arrancante nel tentare di evitare l'intervento di Botia.

Vabbè, ma la Juve non ha mollato e ha tenuto gli avversari nella metà campo loro andando a sparare cinque palloni che chiamavano il gol. Peccato la mira sbilenca della testa di Bonucci, dei piedi di Tevez e Pogba. Ma cosa pensare di Morata, pistolero con cartucce a salve pescato da Tevez proprio davanti alla porta esattamente alla mezzora? Manca il killer instinct, perché il tipo ha sparato il tiro come neppure un bambino, seppur insidiato da Abidal. E non a caso poi è sparito anche fisicamente, finchè Llorente non lo ha sostituito.

Brutta storia per la Juve: gran giocare per ritrovarsi punto e a capo all'inizio della ripresa. Il ritmo non è stato più quello forsennato del primo tempo, i greci hanno cominciato a farsi avanti nel loro ordine tattico e la Signora ha continuato a sbagliare occasioni: clamoroso un duetto Tevez-Vidal finito in piedi altrui. Inevitabile la punizione della legge del pallone: al minuto 15 difesa in dormita, Maniatis rimette un pallone che sortisce dal grappolo d'area e N'Dinga, di testa, ruba il tempo a Bonucci. Massì, non sempre un gol viene per nuocere: il colpo di fortuna è stato della Juve perché da, quel momento, ha messo gli occhiali e, in 5 minuti, ribaltato il risultato: Llorente va di testa, il pallone colpisce il palo e il piede del portiere che manda in rete. E, un minuto dopo, un rimpallo finisce sul piede di Pogba, che non si mangia più il gol.

Poi sono state ovazioni, sospiri, qualche tremore, ancora grinta juventina e la bordata a salve di Vidal, con quel rigore finito sul palo.

Ma il pallone non ha bluffato più.

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