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Silvio allena il Milan che cerca il bomber

Lungo colloquio con Inzaghi e Tassotti. Vertice riservatissimo con Montolivo, Abbiati, El Shaarawy e Menez

Silvio allena il Milan che cerca il bomber

Silvio Berlusconi ha allenato il Milan per tre ore, Galliani si è dedicato al mercato con alterne fortune. Per ora il gioco di squadra della coppia che da quasi 30 anni ha retto con successo le sorti del club rossonero ha funzionato. Ma sui risultati autentici bisognerà attendere i prossimi giorni che sono decisivi per raggiungere le pedine che servono a Inzaghi per completare il puzzle dopo la cessione di Balotelli. L'ex attaccante “salutato” dal presidente così: «A me sono sempre piaciuti i giocatori da Milan che emergono anche nel fair play». È da ricercare negli archivi (forse ai tempi di Arrigo Sacchi) una visita così lunga, 3 ore e mezza, del presidente Berlusconi a Milanello, tra l'altro scandita da un cerimoniale tutto particolare e molto riservato: nessuna intervista rilasciata al canale ufficiale, il vertice con Inzaghi prima, poi quello con la squadra e con alcuni esponenti (Montolivo, Abbiati, Menez, El Shaarawy) è rimasto al riparo da orecchie indiscrete, esclusi persino i collaboratori dello staff tecnico e il seguito del presidente. Tre ore e passa con arrivo dopo le ore 14 e partenza, in elicottero, alle 17.42 secondo le gazzette sportive che han potuto seguire da lontano il vertice. Il colloquio con Inzaghi è servito a fare il punto sulla preparazione del gruppo e sulla reazione dello spogliatoio alla partenza di Mario Balotelli. Il successivo incontro con tutta la squadra (foto di gruppo nella sala del camino) ha avuto il dichiarato scopo di fissare la missione del Milan e di motivare, uno per uno, tutti quei rossoneri provenienti da una stagione tutt'altro che esaltante oltre che i nuovi. Stasera, a Reggio Emilia, conterà poco il risultato del trofeo Tim, piuttosto si toccherà con mano la prima reazione pubblica dei «senza Balotelli», salutato con un messaggio affettuoso da Pazzini e forse c'è da chiedersi se sia stato l'unico a farlo in modo pubblico.

Berlusconi ha allenato il Milan, Galliani ha lavorato per la sostituzione di Mario, partita solo nel giorno in cui è arrivata la firma del contratto da parte dell'interessato con il Liverpool. La prima pista, la più nota, Jackson Martinez, del Porto è stata “bruciata” dall'intervento del presidente del club portoghese («è incedibile») e dalla decisione del tecnico di convocarlo per la sfida di stasera con il Pacos Ferriera. La seconda, invece, ha svelato un retroscena inedito. Galliani ha parlato con Walter Sabatini ds della Roma per aprire ufficialmente la trattativa su Mattia Destro, classe '91, centravanti in partenza e trattato fino a qualche giorno prima con il Chelsea nell'ipotesi di uno scambio con Torres. Vigorelli, procuratore di Destro, è stato esplicito con il dirigente della Roma: «Destro accetterà solo il Milan». Di fatto quel pronunciamento è una mina che fa saltare in aria la trattativa col Chelsea. La reazione romanista non si è fatta attendere: ha fissato il prezzo a una cifra inaccessibile, 30 milioni di euro, non solo per il calcio italiano. La verità è contenuta in uno sfogo privato di Sabatini: «Come faccio a darlo al Milan?». La Roma ha paura di portare a termine una operazione sgradita al pubblico, vuole cedere Destro ma all'estero in modo da evitare ricadute polemiche sul fronte interno, una replica di quel che accadde in gennaio tra Juve e Inter per lo scambio già sottoscritto dalle parti tra Guarin e Vucinic. È alle viste l'ennesimo braccio di ferro che si consumerà presumibilmente negli ultimi giorni del calcio-mercato. «Se Destro dovesse spuntarla potrebbe fare nel Milan la stessa carriera di Pippo Inzaghi» è il pronostico dell'agente del centravanti che ha fissato per il 1 settembre, le nozze con la sua fidanzata in quel di Ascoli Piceno, la sua città. Ma se dovesse andar male Galliani si è già cautelato: contatti con Eto'o e con il City per Negredo.

Invece l'ad si è rivolto, per il centrocampista, al Chelsea per ottenere in prestito Marko van Ginkel, olandese del '92, rimasto fermo l'anno scorso per un infortunio e perciò escluso dai piani di Mourinho.

 

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