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Simmerling, è lei l'atleta universale

La canadese adesso ci prova col ciclismo dopo sci alpino e ski-cross

Simmerling, è lei l'atleta universale

Georgia Simmerling la polivalente. La 27enne ciclista canadese si appresta a partecipare alla terza rassegna a cinque cerchi della carriera. Fin qui nulla di strano, penserete. Ma quando leggiamo il palmarés di questa bionda di Vancouver realizziamo che ci troviamo di fronte a una delle donne più versatili nella storia dello sport olimpico. Perché è vero che Georgia farà parte del quartetto che si giocherà l'oro nella prova inseguimento su pista, ma è anche vero che lo farà dopo ben due esperienze ai Giochi invernali. Infatti la Simmerling, prima di buttarsi seriamente sulle gare nel velodromo, si era cimentata nello sci alpino nell'edizione casalinga di Vancouver nel 2010 (fu 27esima in SuperG), mentre quattro anni dopo, a Sochi, nello ski-cross.

Dall'esterno un'impresa del genere potrebbe sembrare impossibile. Non per Georgia la spugna umana, come si autodefinisce, perché è una ragazza straordinariamente più abile e più veloce delle altre ad imparare dai più esperti i trucchi del mestiere. Un anno e mezzo dopo essere salita sulla bicicletta, la Simmerling ha già vinto con le compagne di squadra canadesi la Coppa del Mondo e l'argento mondiale. Da esordiente. Qual è il segreto? "Tutti si dimenticano che è da quando ho compiuto 12 anni che sono in nazionale. So cosa vuol dire". E a chi le chiede quale sia la disciplina preferita risponde così: "Sci e ciclismo sono due sport completamente diversi: il primo è condizionato dalla fortuna e dalle tattiche, il secondo invece è così fisicamente impegnativo che se non metti tutta te stessa in quello che fai non puoi ottenere ottimi risultati".

Eppure la bici non fu la sua prima e unica scelta. Si era innamorata del canottaggio. "Non credo di aver mai visto un atleta imparare questo sport così in fretta", queste le parole pronunciate da Ben Rutledge, campione olimpico e mondiale nell'Otto, non uno qualsiasi. Folgorato da tanta grinta, il 35enne canottiere canadese tentò, senza successo, di convincerla a remare. "Ci sono atleti che si fermano a un certo punto. Lei era disposta a spingere fino a quando le sue labbra non fossero diventate blu. Sarebbe stata un eccellente innesto in un equipaggio olimpico". Ma il canottaggio le avrebbe precluso la possibilità di continuare a sciare. Così scoprì il ciclismo. "Due estati fa ho capito che potevo fare la ciclista e continuare a essere una sciatrice". Dopo Rio, infatti, tenterà l'assalto ai Giochi invernali di Pyeongchang. Ma prima, andrà a caccia della medaglia a cinque cerchi. Tuttavia la 27enne di Vancouver non è stata l'unica in grado di stabilire questa sorta di primato. O meglio, ci sono state vicende simili. È il caso di Tara Whitten, ciclista connazionale della Simmerling, che quattro anni fa a Londra fu bronzo proprio nell'inseguimento a squadre. Strano ma vero, anche la Whitten ha trascorsi sulla neve. Non nella velocità, bensì nel fondo e anche a discreti livelli. A Rio Tara non sarà tra le cinque (una è riserva) che disputeranno le prove su pista, ma sarà impegnata nella cronometro su strada come la nostra Elisa Longo Borghini, che come Tara conosce bene lo sci di fondo, essendo figlia d'arte. Il cerchio si chiude, in qualche modo.

Ma si sprecano gli esempi di atleti che, per un motivo o per un altro, hanno lasciato il loro primo amore. In molti casi c'entra la bici: Antonella Bellutti vinse due ori olimpici nel ciclismo ed è l'unica nostra portacolori che ha partecipato alle Olimpiadi sia estive che invernali. Di recente il Giro d'Italia ha celebrato Primoz Roglic, sloveno ex campione mondiale juniores di salto con gli sci che dopo una terribile caduta non è più tornato quello di un tempo. Ma nel ciclismo ha trovato il modo di volare vincendo a sorpresa la crono del Chianti.

Non è mai tardi per cambiare.

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