Pyeongchang 2018

Sofia adesso è nella storia È oro Goggia nella discesa

Come Zeno Colò nel ’52, mai nessuna donna era riuscita nell’impresa alle Olimpiadi. Terza Lindsey Vonn

Sofia adesso è nella storia È oro Goggia nella discesa

Sofia Goggia come Zeno Colò. Nella storia. La terza medaglia d’oro dell’Italia alle Olimpiadi di Pyeongchang è ancora donna, e la porta al collo la ragazza di Bergamo, la venticinquenne un po’ folle e un po’ filosofa che finora era rimasta nell’ombra a queste Olimpiadi. Oro in discesa libera, mai una donna italiana era riuscita nell’impresa ai Giochi. Nelle discipline veloci arrivò l’oro di Daniela Ceccarelli a Salt Lake nel 2002, ma era il Super G, Isolde Kostner in discesa non andò oltre uno straordinario argento. Per trovare un altro oro bisogna tornare indietro di oltre mezzo secolo, al 1952, Olimpiadi di Oslo, e lo vinse appunto il leggendario Zeno. Ora è Sofia. Sofia che dopo il Super Gigante si era detta: “Con un sorriso andrò ad affrontare la mia prova di discesa. Libera”. L’undicesimo posto era stato un vero peccato e non rifletteva una parte di gara straordinaria. Il giorno del Super G Sofia si sentiva un tutt’uno “un’unica anima con gli sci. Dannazione”, aveva scritto sul suo seguitissimo profilo Instagram. Ha voluto riprovarci, ancora anima sola, e questa volta non ha sbagliato, non ha fatto “goggiate”.

Pettorale numero 5, una partenza più controllata, quasi in sordina, leggermente arretrata. E’ stata una gara in accelerazione, una lenta e progressiva accelerazione. E’ stato a metà gara che Goggia ha scatenato potenza, scorrevolezza e precisione, la parte di tracciato dove ha preso una velocità tale da proiettarla sull’ultimo salto e sull’arrivo senza una sbavatura. Davanti. Per capire, ha dovuto attendere che scendessero le migliori, prima di tutto la rivale amica Lindsey Vonn. Quando l’americana Lindsey le è rimasta dietro, e non di poco, mezzo secondo, ha iniziato a capire. E’ andata così con tutte, le sono sfilate davanti senza che nessuna riuscisse a superarla. Soprattutto non l’ha fatto la norvegese Ragnhild Mowinckel: una gara sul filo di Sofia la sua, alla fine è dietro di 9 centesimi nelle Olimpiadi dei battiti di ciglia, dove le distanze sono state infinitamente piccole anche nelle discipline veloci. Dopo di lei nessun pensiero più per Goggia. L’oro è di Sofia. Argento a Mowinckel, che ha replicato la medaglia del Gigante.

E bronzo a Lindsey Vonn, la regina della velocità, che porta comunque a casa una medaglia nella disciplina che l’ha consacrata. “Mi sono mossa come una samurai”, ha detto Goggia a fine gara, anche nel modo “in cui mi sono messa la maschera. “E’ stata la discesa della maturità”. Dell’ “intelligenza agonistica di scalare una marcia quando bisognava farlo”. E “chi l’avrebbe detto che una bambina che a sei anni sulle nevi di Foppolo sognava di vincere le Olimpiadi, ci sarebbe riuscita”. Nessuna delle altre tre italiane è arrivata al traguardo. Nadia Fanchini e Federica Brignone sono cadute, Nicol del Lago ha saltato una porta. Un ‘unica italiana al traguardo, ma quell’unica è oro. Anche questa “è squadra”, ha detto Nadia Fanchini tra le lacrime. Per Federica Brignone una scivolata che ha destato qualche preoccupazione per la Combinata di domani.

E’ stata subito condotta dai medici per accertamenti al ginocchio.

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