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Soli al comando a passo di tiki-taka

Il gioco veloce di Sousa stordisce i bergamaschi subito in 10. In vetta alla A in solitaria, l'ultima volta nel '99

Soli al comando a passo di tiki-taka

I l sogno diventato realtà. Fiorentina prima in classifica da sola, per la prima volta dopo 16 anni e otto mesi. Era il 7 febbraio 1999, in panchina c'era il Trap, i viola pareggiarono 0-0 con il Milan e Batistuta si infortunò per due mesi. Lo stop del Re Leone (18 gol nelle prime venti partite) fermò anche la corsa scudetto dei gigliati, che giunsero poi terzi.

Ma la truppa di Paulo Sousa, che di scudetto non vuole certo sentir parlare e forse metterebbe la firma per bissare quel terzo posto, va anche oltre: infila la quinta vittoria di fila, dopo l'inizio difficoltoso, e raggranella 18 punti nelle sette partite iniziali, impresa mai riuscita nemmeno alla Fiorentina dei due scudetti (1956 e 1969).

C'è quanto basta per coltivare l'illusione di una città (illusione pericolosa visto che siamo ancora agli albori del campionato) in un torneo che sta comunque regalando sorprese ad ogni tappa. Di sicuro i viola potranno godersi questo primato per almeno due settimane: dopo la sosta arriveranno i test difficili con il Napoli in recupero e una Roma riaffacciatasi in alto, il momento in cui si capiranno le reali potenzialità del gruppo del professor Sousa. Un tecnico portoghese che certamente se la passa meglio del connazionale (e più blasonato) Mourinho. E che non pare soffrire la pressione di un primato per certi versi inatteso. La notte dei sogni in uno stadio Franchi non pienissimo (solo 26mila spettatori) comincia presto con l'azione che non ti aspetti: nemmeno cinque giri di lancette e i viola si ritrovano avanti nel punteggio e con un uomo in più. Blaszczykowski finisce a terra in area stretto nella morsa di Gomez e Paletta, l'ex parmense finisce anzitempo la partita, Ilicic trasforma il penalty come aveva fatto già con Milan e Inter. Inevitabile che la partita sia in discesa e che l'Atalanta – vittima preferita dei viola, sette vittorie nelle ultime sette sfide dirette - debba cambiare spartito. La Fiorentina, più pratica che bella ma molto concreta, mantiene il controllo del match, salvo concedersi un paio di amnesie in difesa (su una di queste Tatarasanu deve chiudere in uscita su Moralez).

Il raddoppio di Borja Valero sull'assist del trottolino Bernardeschi mette in cassaforte il risultato e gli orobici non hanno le armi (manca Pinilla e Denis gira a vuoto) per poter mutare l'esito della sfida. Nel finale c'è gloria anche per Verdù, all'esordio al Franchi e prodotto della cantera del Barcellona. Edy Reja chiude così la sua personale serie positiva – cinque successi contro i gigliati -. Applausi per i viola, squadra dal gioco pratico e senza ricami particolari, fatto di passaggi veloci e di prima, che passa dalla magnifica regia di Borja Valero, dal lavoro di Ilicic (l'anno scorso di questi tempi fischiato sonoramente dalla Fiesole) al sacrificio di Kalinic, per una volta non bomber ma elemento al servizio della squadra, e dal ragazzino impertinente Bernardeschi, uomo ovunque e assist man della serata del sogno realizzato.

Firenze torna padrona del campionato, se sarà un fuoco di paglia lo diranno il tempo e le avversarie sulla carta più quotate.

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