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Il solito Mou e il trionfo dello zidanismo

di Tony Damascelli

Z l'orgia del potere vinse un Oscar. Il titolo del film di Costa Gravas, con l'interpretazione del marsigliese toscano Yves Montand (all'anagrafe, Ivo Livi), viene ribadito dal marsigliese Zinedine Zidane, il cui potere, in campo prima e in panchina oggi, sembra non avere limite. Ha vinto due Champions consecutive e ha battuto, martedì sera, quello che è considerato da se stesso e dai suoi fedeli, lo special one degli allenatori. Mourinho con il broncio nel dopo partita, petulante per il primo gol in off side di Casemiro («se ci fosse stata la Var il primo tempo sarebbe finito 0 a 0»), è l'immagine dell'allenatore che non vuole e non sa accettare la sconfitta, definita non soltanto dal risultato ma dalla prestazione superiore dell'avversario. Il Manchester United ha fatto la storia del football prima che il portoghese ivi portasse il proprio censo, comunque grande, ma non paragonabile a quello di Sir Alex Ferguson. Zidane, invece, si è trovato di colpo idolo del Bernabeu, nello scetticismo generale, soprattutto tra i suoi sodali che ne conoscevano i limiti caratteriali, non certo ideali per gestire lo spogliatoio.

Il Real è una casa blanca affascinante, chi non la sa vivere è destinato a fallire, Zidane sta ricavando il massimo senza spacciare teorie e filosofie tattiche. Basta un suo sguardo per far intendere alla comitiva del Real chi è il capo, non certo Ronaldo e a malapena Florentino Perez: è lui, Zizou, quello che ha perso la testa con la Francia al mondiale ma ha ripreso la testa di questa squadra che si era normalizzata, a livello internazionale, con Mourinho e Benitez. La vittoria della supercoppa non è certo la vittoria di Zidane ma dello zidanismo sì, cioè di un modo normale di interpretare il ruolo, ricavando il meglio dal fosforo, non il massimo dal muscolo, da chi sa giocare a football e ha soltanto bisogno di una guida carismatica e non forsennata e ieratica. Il Real ha vinto senza Ronaldo, come aveva vinto con Ronaldo. Chi, nella notte di Cardiff, pensò alla disfatta juventina dovrebbe capire che il calcio non è roba da pettegoli ma una cosa seria più che seriosa. Spesso vince il più forte anche se di fronte c'è il Manchester di Pogba o la Juventus di Higuain.

Zidane e il Real questo sono: i più forti.

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