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Solo l'Europa può salvarci da Juve e noia

Qualcuno non se ne sarà accorto, ma val la pena sottolineare l'evento: domenica il Milan ha perso la possibilità aritmetica di conquistare lo scudetto

Qualcuno non se ne sarà accorto, ma val la pena sottolineare l'evento: domenica il Milan ha perso la possibilità aritmetica di conquistare lo scudetto. Non è un bel rintocco per la ex (salvo ulteriori verifiche) squadra più titolata al mondo. Un vero peccato e un vero danno lasciar così la compagnia dei sognanti, neppur fosse un Napoli condotto da Mazzarri. Ma almeno il Milan può ancora vincere la Champions (fino a stasera) ed ha stracciato (con i fatti) quel velo di ipocrisia che accompagna questo campionato: finito, e definito, dopo una decina di giornate, scontato nei contenuti, festival della mediocrità calcistica. Un campionato che regala un alibi perfino agli allenatori. Mazzarri, che è il principe e signore degli alibi, ha regalato a tutti l'idea (lo ringrazino): ma dove vado con certi giocatori? E come lui tanti. Perfino Seedorf, che pur ha ricevuto Honda in omaggio, uno che in altri tempi non sarebbe finito nemmeno sulle figurine Panini. Fino a ieri tutti a far finta che Roma e Napoli fossero ancora in gioco. Oggi un po' meno, con Conte che ammette: «Lo scudetto è nostro al 50%». Ma così va, bisogna sostenere gli strombazzi delle Tv che hanno pagato salato, quasi uno sproposito, un prodotto che non vale il prezzo. Poi, se la Juve perde 4 partite c'è il caso che si torni a fremere, a riparlare di campionato esaltante. Ma sarà colpa della Signora, non merito dei modesti comprimari che vanno in vacanza un mesetto, poi tornano e magari scoprono che possono riproporsi perché, nel frattempo, gli altri sono finiti fra i camomillati. Basta dare un occhio al cammino di chi segue i bianconeri in classifica. Lo Stadium è diventato una fortezza da record e questo sarà uno dei ricordi tramandati ai posteri. La Juve può, piuttosto, raggiungere quota 100 punti ed è l'unico motivo di eccitazione che ci potrà accompagnare al finale di campionato dove squadre appena decenti avrebbero già risolto anche i corrosivi dubbi circa la qualificazione alle coppe europee del prossimo anno. Per quelle di quest'anno siamo legati ad una partita ancien regime del Milan e al piacere di pescare una squadra da sbarco in finale per l'Europa league. Solo l'Europa ci può salvare dalla noia e dalla Juve. Anche qui la Signora, che in coppa non è gran cosa, chiede di crederle. La Viola potrebbe rompere l'incantesimo, magari servire nuovamente i “quattro salti in padella” ricordati dal tifo in risposta al «buona la Fiorentina a pranzo», ma non garantirebbe su un futuro lontano. Il Napoli meriterebbe un risarcimento della sorte, dopo il bel girone di Champions con scorno finale. Sembra quasi che il diletto sberleffo pallonaro ci voglia trascinare nell'inganno. È giusto credere ad una riscossa europea? Solo gli esasperati ottimismi di incalliti trombettieri potrebbero puntarci ad occhi chiusi. I più avveduti preferiranno prendere le distanze. Eppure in nome del nostro divertimento, non certo del nostro calcio, c'è da sperare, credere e provare a vedere se in Italia qualcuno sa ancora propagandare buon calcio. Almeno vincente.

L'unico che conti.

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