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Sorpresa, la punizione non punisce più. Mira sballata in serie A

Appena tre gol sui calci da fermo in campionato Gli specialisti in crisi: battuto il record negativo

Sorpresa, la punizione non punisce più. Mira sballata in serie A

Quando comparve la bomboletta spray degli arbitri per far rispettare la distanza di nove metri e 15 sui calci di punizione (era la stagione 2015/16), si pensò che segnare nei tiri da fermo sarebbe stato ancora più facile. E infatti le prime dodici giornate di quel torneo di A portarono una media di un gol e mezzo a partita. Oggi c'è una netta inversione di tendenza che portato il campionato italiano al minimo storico, guardando alle ultime 15 stagioni ovvero dal ritorno a 20 squadre.

Nel torneo che ha ospitato le magie di Maradona e Platini, la «maledetta» di Pirlo e i colpi di genio di Baggio, Del Piero e Totti, sono rimasti appena tre gol da punizione diretta, in media uno ogni 40 partite. Dunque, merce rara. Gli autori? Un nazionale serbo con esperienza internazionale, il Kolarov romanista che si è tenuto la botta per il derby contro i suoi ex compagni della Lazio, e altri due nomi ai quali non sempre si associa una prodezza di questo tipo, il cagliaritano Niccolò Barella e il viola Cristiano Biraghi, divenuti titolari della nazionale di Mancini (il secondo ha addirittura segnato il gol decisivo con la Polonia per evitare la retrocessione nella B della Nations League), ed entrambi implacabili nel piazzato da oltre venti metri nelle sfide contro l'Atalanta.

La carestia di gol su punizione ha battuto il precedente record negativo di 5 (stagione 2010/11). E la proiezione di fine stagione porta a un numero che non arriva alla doppia cifra. Solo cinque stagioni fa si arrivò addirittura a 43 al traguardo del campionato, quasi il 4 per cento dei gol complessivi. Eppure oggi gli specialisti in serie A non mancano: dal recordmen in attività Pjanic (15 reti dalla «mattonella») a Dybala, a quota 9, passando per Insigne, Calhanoglu, Ilicic e il Cristiano Ronaldo di cui parliamo a parte. Sarà solo un momento negativo, visto che in allenamento c'è ancora grande attenzione ai calci piazzati.

E se in Italia si fa fatica, negli altri campionati top europei la quota è già più alta. Il numero maggiore è quello della Liga spagnola (9 in 12 giornate): qui hanno già timbrato il cartellino giocatori in corsa per il Pallone d'Oro come Messi - contro l'Alaves alla prima giornata nonostante i 9 gol già realizzati - e Griezmann (rete al Leganes dodici giorni fa) e c'è anche un italiano, ma anche l'italiano nel giro dell'Under 21 Daniele Verde che veste la maglia del Valladolid. A sette c'è la Premier League inglese con lo svizzero di origini albanesi dell'Arsenal Granit Xhaka a quota 2 (punizioni vincenti al Newcastle e al Crystal Palace) e finito nel mirino della Fifa al Mondiale - 10.000 franchi di multa - per aver mimato l'aquila raffigurante la bandiera di Tirana in un'esultanza chiaramente contro la selezione serba. Sette anche i calci piazzati, ma in 11 turni, segnati nella Bundesliga tedesca, due dello slovacco Ondrej Duda, un passato al Legia Varsavia e una presente fortunato all'Hertha Berlino.

Sei in 13 gare nella Ligue 1 francese (due di Depay del Lione) in attesa dell'acuto di Balotelli, come spera anche il ct Mancini. Persino nei campionati di Russia e Portogallo siamo già a quota 5 gol su punizione. Manchiamo solo noi, a lungo maestri delle perle da fermo..

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