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Il sorriso di Paltrinieri risolleva un'Italia che non ha più Fede

Affonda la Pellegrini nei suoi 200 stile quinta e record perso: «Che schifo di gara» A Rio sarà davvero dura entrare in finale

Il sorriso di Paltrinieri risolleva un'Italia  che non ha più Fede

Lo squillo d'Italia è il sorriso di Greg Paltrinieri, il fantastico cavaliere dell'onda lunga e della grande fatica del nuoto in vasca. Medaglia d'oro dei 1500 metri, primo per lui, terzo in assoluto per l'Italica storia dei mondiali in vasca corta, cavalcata da grande dominatore che non si è lasciato attraversare scia e nuotata da nessuno che non fosse la sua ombra o quella lunga e lontana, dall'altra parte della piscina, del tunisino Mellouli, risorto a nuova vita dopo ombre e luci. Paltrinieri, venti anni da Carpi, già titolato in Europa, è stato unico e inavvicinabile per tutta la gara, sessanta vasche in testa al gruppo, appena Mellouli ha provato ad accorciare la distanza, Greg si è tirato ad elastico per lasciare la speranza e spegnerla con una accelerazione. Oro in vasca corta e europeo nel pedigrèe: il tempo (14'16“10) brucia il precedente record del russo Juri Prilukov, tre volte campione del mondo in vasca corta.

Meglio respirare il bello dell'oro di Greg per dimenticare lo stordente inabissarsi di Federica Pellegrini nei 200 stile libero che, poi, sono la gara sua. Qualificata con il quinto tempo e finita appunto quinta (1'54”01) ma con una gara che umilia passato, presente e oscura il futuro. Federica è partita male e ha perso tantissima acqua nella prima vasca, toccando ultima. Davanti aveva tre siluri, Hosszu per metà gara in testa, la svedese Sjostrom che poi ha vinto, e l'olandese Heemskerk, che non le hanno concesso alcun recupero. Ma non tanto l'impossibilità del recupero, quanto la brutta nuotata di Fede hanno impressionato. E forse la Pellegrini e il suo gruppo dovranno rivedere alcuni programmi, dato per scontato che a Rio 2016 sarà già un'impresa qualificarsi alla finale: qui non c'erano le americane più forti. La Sjostrom ha vinto e le ha strappato il record del mondo (1'50.78), completando la debacle della Pellegrini che ora può solo risalire. Lei esrime tutto il suo disappunto in un tweet: «Che brutta gara! Veramente uno schifo, quasi inspiegabile. Non amo le scuse. Mi prendo tutte le responsabilità e tra qualche giorno si riparte da zero».

Il mondiale di Doha si chiude con un oro, 2 argenti e 3 bronzi per gli azzurri, che rendono più a livello di squadra che di individualità. L'Italia saluta con un quarto posto nella 4x50 sl femminile e un 7° nella 4x100 misti sempre donne. Il quartetto dello stile libero acchiappa ancora un legno con Di Pietro, Ferraioli, Pezzato, Galizi, toccando in 1'35.78, oro all'Olanda con record del mondo (1'34.24), davanti a Usa e Danimarca. Erika Ferraioli ha concluso la finale 50 sl con il 7° tempo e il record italiano (24.09), confermandosi donna primato della spedizione azzurra. Oro all'olandese Ranomi Kromowidjojo (23.32). Ilaria Bianchi sesto tempo (56.67) nei 100 farfalla, vinti dalla svedese Sarah Sjostrom con record del mondo (54.61). Fabio Scozzoli ha acchiappato un 5° posto nei 50 rana (26.15). Oro al brasiliano Felipe Franca Silva (25.63) che fa gruzzolo per la bandiera verde oro con gli altri ori di Cesar Cielo nei 100 stile libero, con la “sorpresa” Etiene Medeiros nei 50 metri dorso femminili (25.67), davanti all'australiana Emily Seebohm, e alla cannibala ungherese Katinka Hosszu, e infine con la staffetta 4x100 sl trascinata allo sprint finale da Cesar Cielo.

In tutto sette ori in due giorni per il Brasile: primatista del medagliere, assoluta novità per i podi da primo posto.

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