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Sprofondo Milan, quarta volta senza gol. Champions a rischio

Donnarumma salva lo 0 a 0. Gattuso si difende: "La squadra mi segue, altrimenti non sarei qui"

Sprofondo Milan, quarta volta senza gol. Champions a rischio

Ci sono tanti modi per raccontare la crisi del Milan, guai a chiamarla altrimenti. Quello dei numeri è il modo più semplice, scontato quasi quanto il gioco della squadra. Il Milan non vince e non segna dal 2 dicembre: 4 partite (3 punti anziché i 12 da tabella Champions) e 379 minuti (coi recuperi siamo a 6 ore e mezzo senza gol). Il suo supposto simbolo, Pipita Higuain, è arrivato a 7 di fila e 2 mesi senza far gol, un record nel record negativo della squadra. Un altro modo per descrivere il momentaccio rossonero potrebbe essere quello di dare un'occhiata alle pagelle (queste e quelle altrui, magari più generose): Donnarumma di gran lunga il migliore in campo, l'unico veramente positivo al punto che ci sarebbe da chiedersi cosa sarebbe successo senza
Eppoi c'è un terzo modo, sottile, quasi nascosto anche perché cancellato dai crampi quando ancora la sfida non era finita. Si chiama Paolo Ghiglione, compirà 22 anni a febbraio e contro il Milan (in cui militò nelle prime categorie giovanili) ha giocato per la prima volta da titolare in Serie A (4 presenze in tutto). Sostanzialmente, uno sconosciuto. Baroni (2 punti in 2 partite) l'ha messo sulla destra col classico compito di scorrazzare lungo la fascia e lui l'ha fatto benissimo, costringendo Gattuso a cambiare 3 volte assetto nel corso del solo primo tempo: sempre, ogni volta, ha vinto Ghiglione e non solo per i 2 tiri che hanno costretto Donnarumma a una doppia parata-spettacolo. In bocca al lupo per una grandissima carriera, ma il sospetto forte è che a esaltarlo siano stati i difetti del Milan e la certezza grande è che non sarà sempre così facile.
Detto questo, ma non solo, vietato sorprendersi se queste e altre considerazioni sono e saranno di chi deve valutare valore, rendimento e prospettive di squadra e allenatore. Il Milan è ancora in corsa Champions semplicemente perché più che di corsa finora si tratta di passeggiata. Guardate la classifica e confrontatela con quella di un anno fa dopo 18 giornate: la Roma (quarta) aveva 38 punti, la Lazio (quinta) 36 ed entrambe dovevano recuperare una partita. Nella sfida tra gamberi, nulla è ancora perso, a parte il tempo e le occasioni.
Feste molto poco di gioia per Gattuso, nervoso a bordo campo prima dell'inizio, quando allontana da sé una telecamera troppo insistente, nonché lucido e spietato alla fine. «Abbiamo buttato via un tempo e fatto peggio che con la Fiorentina. Se avessi la sensazione che la squadra non mi segue, non sarei più qui: sono il capitano del gruppo e mi assumo le mie responsabilità davanti a chi ci giudica», dice senza nemmeno sperare che qualcuno lo smentisca.

Il Milan vale più della sua classifica e - ormai è chiaro - anche del suo gioco: l'involuzione dell'intristito e nervosissimo Pipita è lo specchio in cui rischia di riflettersi il fallimento di un progetto.

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