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Squadra da titolo come 20 anni fa nel segno di Dedé

Stavolta Deschamps in panca, ma potrebbe finire come venti anni fa

Squadra da titolo come 20 anni fa nel segno di Dedé

Stavolta Deschamps in panca, ma potrebbe finire come venti anni fa. Vent'anni dopo, la Francia ha ritrovato moschettieri con la faccia da vincenti. C'era qualcuno rimasto aggrappato alla testata 2006 di Zidane, ora molto più facile stringersi intorno al tappeto volante di Kylian Mbappè e dei suoi fratelli. Sarà la miglior squadra quella che va in finale? Il discorso resterà aperto almeno fino a domenica. Poi si vedrà, e potrebbe trovare mai risposta oggettiva. Ma questa è la Francia di muscoli e speedy Gonzales, la Francia dei difensori che segnano e ti tolgono l'ansia di dosso. C'è talento e sapere calcistico. Allez le Bleus! è il grido che stavolta risuona con l'allegria di chi sente che la stella guarda benevola.

Francia con un centravanti, il superclassico Giroud, che non segna nemmeno davanti a Pamela Anderson, la sua fidanzata, ma con il coro che fa squadra e, soprattutto, fa nouvelle vague del pallone: si tratti di vedere un assist o uno sprint di Mbappè, un corner di Griezmann che, se non segna di persona, fa segnare. Il Belgio, probabilmente, si è nutrito di classe più cristallina, munificato da un gran portiere, ha sempre mostrato momenti di grande personalità, ma altrettanta miccia corta sul lungo andare. E ieri la squadra si è quasi dimenticata della prepotenza fisica di Lukaku.

Velocità e contropiede, sostanza e concentrazione, le veroniche (Pogba docet) non sono più gradite: ci sarà, in questa Francia, pur qualcosa della mentalità di quel giocatore universale che era Didier Deschamps. Gli avevano già messo il gufo sulla spalla (Zidane), lui se lo è scrollato accompagnando la squadra alla finale. Niente male.

Ora la storia del pallone chiama un'idea senza tempo: la nouvelle vague francese contro il classico inglese. Stasera Inghilterra e Croazia diranno se questo mondiale resterà agli atti per aver riportato il pallone a casa, non alla maniera pensata dagli inglesi. Bensì per averci fornito la migliore delle finali possibili, regalando il confronto fra due stili. Come capita nella boxe quando si affrontano un pugile dallo stile classico e un gladiatore picchiatore: non c'è di meglio per godere dello spettacolo. Ce lo potrà negare solo l'umoralità della Croazia. Secondo natura e storia, i croati devono ricordarsi di tenere la testa collegata. Stavolta sembrano avere anche problemi fisici.

Eppure, comunque vada, la coppia Rakitic-Modric sarà campione del mondo ad honorem.

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