Lo Squalo: "Quando sono caduto io, nessuno mi ha aspettato..."

È rimasto giù dal podio, appena sotto, ma non fa drammi. «Per come si era messo il mio Tour, alla fine mi ritengo anche soddisfatto. Venerdì a La Toussuire ho vinto una grandissima tappa. L'ho voluta, l'ho cercata, e quel giorno mi sono davvero divertito», dice Vincenzo Nibali che ieri a Parigi ha potuto riabbracciare Rachele, sua moglie, e la piccola Emma Vittoria. «Loro sono il mio premio più bello. E ora non vedo l'ora di farmi una settimana di vacanza con loro, dopo tanta fatica, dopo tanto girovagare». Niente circuiti post Tour, tutti rifiutati.

«Se ho ripensato a quello che mi è successo in questo Tour? E come fai a non pensarci, ma il ciclismo è così. La vita è così. Tu puoi programmare tutto, farti trovare preparatissimo per il grande evento e poi basta un niente per far saltare tutto. Io, in verità, ho avuto parecchia sfortuna, ma oggettivamente sono arrivato a questa corsa non come speravo. Come ho avuto modo di dire nei primi dieci giorni non ero nemmeno un lontano parente del Nibali che siete abituati a conoscere. Poi sono arrivato. Un buon Nibali, non super, ma accettabile. Però ormai era tardi. Il podio? Ho forato proprio nel momento meno indicato, ma con un Valverde così sarebbe stata dura: è stato molto bravo».

E la polemica con Froome? «Vorrei chiuderla lì. Io ho detto che non ho visto quando si è fermato, lui non ci crede, amen. Non ci posso fare nulla. Quando sono caduto io, non mi ha aspettato nessuno. Qualche anno fa, al Giro, sono caduto in maglia rosa, nessuno si è fermato. Lui vuole rispetto? Fa bene. Anch'io».

Il siciliano per la 10ª volta consecutiva dal 2009 è nei primi sette di un grande giro, «ma la medaglia di legno mi mancava», e ha confermato la partecipazione alla Vuelta, senza escludere del tutto la possibilità di essere alla pre-olimpica di Rio del 16 agosto, per la gioia del ct Cassani.