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Lo strano giro Mercedes: rivale e alleata della Rossa

Red Bull contro la Ferrari per l'ingaggio di un tecnico Fia. Le Frecce d'argento difendono Maranello

Lo strano giro Mercedes: rivale e alleata della Rossa

Quando un anno fa la F1 con il suo bravo fuso orario australiano se ne andò a nanna di venerdì, l'Italia rimase tutto il giorno a interrogarsi se il mezzo secondo abbondante incassato da Vettel e la Ferrari da Lewis Hamilton e la Mercedes fosse il malaugurante biglietto da visita di una stagione senza gioie. Nel sabato di qualifica la situazione però si raddrizzò con la prima guida ferrarista in seconda posizione a meno di tre decimi da Hamilton. L'avvio storto si raddrizzò meravigliosamente la domenica, quando la Rossa del tedesco tagliò il traguardo prima davanti all'inglese.

È a questo che il popolo rampante deve affidarsi adesso per districarsi fra i risultati delle prime libere australi e quelli della qualifica appena terminata. Perché, almeno di venerdì e in termini di distacchi, le risposte della pista sono state quasi la fotocopia di dodici mesi fa. Hamilton davanti, i ferraristi più indietro con Raikkonen quarto a oltre due decimi e Seb quinto a oltre cinque. In più c'è però l'incognita e variabile Red Bull con Verstappen in forma.

Si vedrà. Si capirà. Intanto si vede e comprende benissimo che la Mercedes non solo è sempre in vantaggio ma che probabilmente sta tenendo nascosto parte del potenziale e Lewis tracima serenità. Per la verità, pare tranquillo anche Vettel, reo di aver commesso troppi errori nel giro che simulava la qualifica su gomme ultra soft. «Sembra che siamo vicini, il che è una bella notizia... credo che abbiamo ancora molto potenziale da raccogliere» ha detto.

Meno tranquilli, così come Ricciardo penalizzato per eccesso di velocità in regime di bandiere rosse e costretto a partire tre posti indietro in griglia, sono sembrati i team principal. Chris Horner, boss Red Bull non le ha mandate a dire al pari grado Maurizio Arrivabene. Motivo del contendere è l'assunzione, da parte di Maranello, dell'ex tecnico Fia Laurent Mekies, fin qui responsabile sicurezza e vice di Charlie Whiting, il direttore di gara. «Nell'ultimo strategy group avevamo concordato un gentleman agreement affinché eventuali tecnici Fia potessero essere assunti dai team ma solo dopo 12 mesi di pausa...» ha detto Horner. L'argomento era finito all'ordine del giorno per via del precedente ingegnere Fia, Marcin Budkowski, passato mesi fa in Renault. Arrivabene ha ribattutto all'accusa di Horner spiegando che «non c'era alcuna intesa e comunque il tecnico farà i previsti sei mesi di stop»). Difesa che ha trovato l'appoggio del capo Mercedes Toto Wolff: «Sono due casi diversi, Budkowski era addetto alle verifiche e direttive tecniche e regolamentari e disponeva di molte informazioni degli altri team».

Infine, occhi puntati anche sull'operazione di marketing griffata Alfa Romeo. Ieri, le due Sauber motorizzate Ferrari (power unit 2018, non clienti) e con title sponsor il Biscione erano ultima e penultima. Come avvio, non proprio il massimo per lo sport.

E neppure per il marketing.

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