Sport

Strisce pedonali

Analizzare e valutare i percorsi virtuosi che l'industria dell'auto sta facendo in questi decenni, mette in risalto la grande complessità del settore merceologico. Il mercato è ormai globale e si divide in tre capisaldi: Nord America, Europa e Asia, compresa la Cina. Gli obiettivi strategici sono comuni a questi tre macro-mercati ma il modo di realizzarli differenzia notevolmente: in particolare in Europa non si è ancora dipanata la matassa intorno al tema dell'attualità dei motori diesel e della crescita dell'offerta a condizioni di sostenibilità economica per i consumatori delle vetture elettriche.

Il fermento progettuale è continuo e tutte le Case sono impegnate a produrre auto sempre più affidabili, sicure e a basse emissioni; le legislazioni chiedono in maniera giustamente crescente, su una base di trasparenza, prodotti meno inquinanti e più sicuri. In definitiva, credo si possa asserire che l'industria dell'auto abbia risposto positivamente a queste sollecitazioni e stia facendo la sua parte.

Detto questo, però, è bene andare poi a verificare quanto nel nostro Paese si stia facendo per rendere meno complessa, più confortevole e più sicura la vita degli automobilisti. In questo caso, non credo che le risposte che vengono dalla classe politica e dall'esecutivo siano altrettanto strutturate e programmate per raggiungere risultati nel breve, ma anche nel medio termine. I motivi di insoddisfazione degli automobilisti sono molteplici: le accise sui carburanti, l'ultima spiaggia sempre utilizzata per far fronte ai problemi del bilancio statale, la mancanza di un supporto concreto che favorisca il rinnovo di un parco che comprende 10 milioni di vetture ormai obsolete da un punto di vista tecnico ed ecologico, la stasi infrastrutturale che non è arrivata a un'evoluzione della rete stradale adeguata.

A tutto ciò si aggiunge anche una gestione quasi scandalosa della viabilità provinciale e cittadina, dove la qualità del manto stradale è inaccettabile e la molteplicità delle buche, insieme alle riparazioni sommarie, rappresentano una minaccia per la sicurezza di automobilisti, motociclisti e anche pedoni, che sovente inciampano negli ostacoli che incontrano nelle strade. C'è da chiedersi allora se la guida autonoma e tutto il resto della tecnologia avanzata siano una fuga in avanti e non una democratizzazione dell'utilizzo dei progressi tecnologici per il consumatore medio. Forse è il caso di mettere a posto i fondamentali, ma senza frenare l'evoluzione tecnologica che tuttavia deve essere fruibile a tutti.

*Presidente di Areté Methodos

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