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Il Super Bowl è show Esagerato pure il gelo

Finale Nfl in una Minneapolis congelata Patriots per il record. Eagles da rivincita

Il  Super Bowl è show Esagerato pure il gelo

Minneapolis Un Super Bowl anomalo, un Super Bowl normale. Si gioca al coperto del meraviglioso US Bank Stadium, oltre 66.000 posti, una nave spaziale, una nave vichinga - omaggio alle origini di una buona parte degli abitanti del Minnesota - ai margini del centro di Minneapolis ma si vive all'aperto di una città che per l'occasione ha cercato di ribaltare i concetti e promosso il proprio rigidissimo clima a elemento di orgoglio, di coraggio, espresso dallo slogan BoldNorth (il Nord impavido) che riassume il piacere di uscire ed affrontare, vestiti a strati come dicevano le nonne anche qui, temperature che hanno toccato anche i -31° percepiti.

È il sesto Super Bowl che si gioca in una città fredda ma è forse quello in cui maggiormente questo aspetto è stato evidenziato, sia nelle intenzioni degli organizzatori sia nell'alea del tempo, che sabato mattina ha concesso l'ennesima nevicata. A New York 4 anni fa e Indianapolis nel 2012 il clima era stato più mite del previsto, mentre questa volta siamo stati addirittura sotto media stagionale, in alcuni giorni, e dunque la normalità locale diventa l'anomalia per chi segua la partita anno dopo anno e possa fare confronti. La medesima normalità però si afferma nel nome di una delle finaliste, i New England Patriots: ottavo Super Bowl dal 2002, terzo in quattro anni e possibilità di sesto titolo. Sarebbe un record di squadra uguagliato (6 ne ha anche Pittsburgh) ma record assoluto sul piano individuale per il coach Bill Belichick e il quarterback Tom Brady, 40 anni, ormai icona planetaria per i successi, l'aspetto, la moglie Gisele Bundchen e la sensazione di una capacità quasi messianica, in campo, di rimontare partite teoricamente già perse. Troppo recente, anche se di fatto non lo è, il ricordo della vittoria 34-28 al supplementare di dodici mesi fa contro Atlanta, che a metà terzo quarto era in vantaggio per 28-3.

L'avversaria è Philadelphia, rivalità del nordest già viva in altri sport. Per gli Eagles uno scenario radicalmente diverso: solo il terzo Super Bowl dopo quelli persi nel 1981 e (contro i Patriots) nel 2005 e un quarterback che era partito come riserva, Nick Foles, 29 anni, una carriera futura come pastore-proselita nei licei. Solo ai primi di dicembre Foles ha sostituito il titolare Carson Wentz, che fino a quel momento forse il miglior giocatore della Nfl. Per assurdo, Foles è davanti a Brady nella classifica statistica dei playoff per quarterback, ma ha giocato solo tre partite al contrario del suo rivale, che è a quota 36 e intende vincere altri due Super Bowl, secondo quanto ammesso alla moglie nel corso di un documentario su Facebook. New England è favorita, anche in uno stadio che dovrebbe avere la prevalenza dei fanatici tifosi di Philadelphia, incuranti dei prezzi dei biglietto, dai 3000 dollari in su.

Molti di loro avranno maschere da cani a celebrare lo status di sfavoriti, underdog, che gli Eagles avevano dopo l'infortunio di Wentz.

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