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La Supercoppa specchio dell'Italbasket

Tempi duri per Sacchetti: solo 4 azzurri nei quintetti base delle semifinaliste

Oscar Eleni

Il basket italiano che si è appena affidato a un medico senza frontiere come Boscia Tanjevic vivrà il primo fine settimana dopo l'Europeo dell'aurea mediocrità azzurra. Si riparte con la Supercoppa nel rinnovato palazzo di Forlì. Semifinali oggi, Milano, la detentrice, contro Trento finalista scudetto, alle 17.30, poi, alle 20.45, i campioni d'Italia della Reyer Venezia davanti a Sassari che, come la squadra di De Raffaele, ha rubato, in un passato recente, la felicità all'Emporio Armani, la più motivata, anche perché è stata la più delusa dall'ultima stagione e per questo totalmente cambiata. Ha scelto come generale il lupo senese Pianigiani nel ricordo dei filotti al tempo delle mele, belle, anche se non tutte sane, ha cambiato un'altra volta il quintetto base, ma nessuno, al momento, sembra più forte dei detentori del trofeo.

Tutto in diretta su Eurosport 2, la nuova piattaforma che si presenta con un valzer viennese, ma che non potrà mascherare la realtà: oggi nei quintetti base vedremo al massimo quattro italiani. Polonara per Sassari, forse Cusin a Milano, Baldi Rossi o Flaccadori con Trento, Biligha per Venezia. Molto poco per rasserenare Romeo Sacchetti, nuovo cittì dell'Italia povera diviso part-time con la ripescata in serie A Vanoli Cremona che ieri sera, nel convento di Persichello, non ha fatto una lista degli azzurri che serviranno nelle qualificazioni mondiali d'autunno, ma ha ripresentato il suo vangelo: «Il mio basket è di chi lo gioca».

Appunto, ma il problema è che italiani buoni per la nazionale ne giocano davvero pochi e i più bravi sono all'estero, indisponibili - come quelli di Milano - per le finestre internazionali, da Melli a Datome, da Belinelli a Gallinari e Hackett. La speranza è che l'Eurolega cambi il suo calendario, che si arrivi a un accordo per il bene di tutti, anche se il cielo sopra il nostro basket resta pieno di nuvole. Per una nazionale più forte servirebbe un accordo fra gentiluomini nella Lega. Il problema è sapere chi sono questi gentiluomini. In gran parte lo capirete in questo weekend dove i protagonisti saranno quasi tutti stranieri per una Supercoppa fintamente italiana.

Milano la grande badessa del convento. Favorita come sempre anche se a Forlì vedremo solo squadre impegnate a cercare fondamenta per la casa che dovranno difendere nella stagione. Certo lo squadrone di cui dispone Pianigiani, 11 stranieri e 5 italiani tutti nel giro azzurro, sembra meglio delle altre, anche se Young e Pascolo sono fuori per infortunio. Trento, la bestia nera che l'anno scorso trasformò i vini pregiati di casa Armani in aceto, cercherà la sua nuova dimensione senza il metronomo Craft, con il nuovo regista Gutierrez, ma con il portoghese Gomes non sanissimo.

Nell'altra semifinale da scoprire la nuova Reyer senza Filloy, ora ad Avellino, ma con Biligha appena arrivato dall'eccellente Europeo in attesa che Tonut recuperi dalla seconda operazione alla schiena.

Pure Sassari ha un quintetto nuovo e tanto entusiasmo, ma, come Venezia, non pare più forte della Milano appena abbozzata cui serve tempo per diventare quella che vuole Pianigiani, quella che potrà resistere a un'altra stagione con oltre 70 partite.

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