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La svolta di Malagò: si prende il pallone e cerca un commissario

Non sarà il presidente del Coni, ma un uomo del mondo del calcio. E governerà per 6 mesi

Roma Nemmeno il tempo di metabolizzare l'annuncio di Tavecchio che dal Coni, dove sono in corso gli Stati generali dello sport, il presidente Giovanni Malagò entra nuovamente a gamba tesa sul palazzo del pallone da ieri senza un padrone. «La Federcalcio sarà commissariata, può accadere da statuto. Mi pare l'unica soluzione, così continuiamo a farci del male, andare avanti in questo modo sarebbe stato un accanimento terapeutico», così Malagò. «Un atto molto grave, in Italia ci sono gli statuti e le garanzie, non facciamo riverenze a nessuno», la replica di Tavecchio. Gli faranno eco in tanti, in primis Renzo Ulivieri, principale sostenitore del dirigente di Ponte Lambro.

Ma quel commissariamento, dichiarato impossibile solo sei giorni fa dal numero uno dello sport italiano, diventerà invece realtà già domani in una Giunta Coni straordinaria convocata per le 16.30. Il contesto è eccezionale visto che era accaduto solo sessant'anni fa che l'Italia non arrivasse al Mondiale. E il commissariamento avverrà perché la governance della Figc non è più funzionante, con un presidente dimissionario, due leghe senza rappresentanti e le altre componenti che hanno preso strade diverse. Dunque, nonostante lo statuto Figc prevede all'articolo 24 comma 9 che il presidente dimissionario convochi l'assemblea elettiva entro 90 giorni e gestisca la transizione con l'attuale Consiglio federale, la strada dell'autonomia del calcio non sarà perseguita. Con Tavecchio e altri componenti federali che potrebbero rivolgersi al Tar.

La Giunta sceglierà un plenipotenziario, ovvero un soggetto che per un periodo relativamente lungo - si parla di almeno sei mesi, in modo da scavallare anche le elezioni politiche che potrebbero disegnare uno scenario diverso da quello attuale - proverà a fare riforme sostanziali e di struttura del football di casa nostra. Malagò si è tirato fuori dalla corsa («non sono disponibile, ho troppo da fare e c'è un'Olimpiade invernale all'orizzonte...»), da escludere un'altra scelta interna (il segretario generale Roberto Fabbricini) o quella di un nome forte come Franco Carraro. Ecco che il prescelto sarà una figura importante del mondo del calcio, ma non un ex giocatore. Un volto comunque credibile che abbia autorevolezza e competenza. Nel periodo di commissariamento, si costruiranno delle candidature che tentino la scalata alla poltrona lasciata libera da Tavecchio: uno di questi potrebbe essere proprio il numero uno della Lega dilettanti Cosimo Sibilia e chissà che anche il presidente di Lega Pro Gravina, (che il 30 novembre lascerà però la sua carica) non decida di entrare in lizza.

La questione ct dovrebbe invece essere rinviata a dopo le nuove elezioni: possibile il traghettamento di Di Biagio nelle amichevoli di marzo, a giugno poi - l'Italia ha inviti per tornei da Usa, Golfo Persico e Cina - potrebbe esserci uno tra Ancelotti, Conte, Mancini o Ranieri.

E intanto, a pochi metri da via Allegri, si è svolta un'importante riunione alla quale ha partecipato anche il presidente del Napoli De Laurentiis. Sul piatto il futuro della Lega di A che deve scegliere in breve tempo il nuovo presidente e l'amministratore delegato. «Basta burocrati, ora rifondiamo il calcio italiano», così il patron azzurro a Sky.

MDD

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