Sport

Tania: «Mai così bene, mai così fortunata La seconda medaglia è stata un regalo»

Nona sinfonia mondiale di Tania Cagnotto. Non finisce mai la storia di un'immensa atleta che tutto il mondo invidia all'Italia. Stile ed eleganza, ma anche e soprattutto animale da gara. Così ha vinto ieri il bronzo iridato nel trampolino da tre metri, all'ultimo tuffo “mondiale” della sua carriera. Un podio su cui non saliva da 6 anni, Roma 2009, e che la catapulta a Rio, alle Olimpiadi per completare il capolavoro quale già è la sua carriera.

L'ultimo mondiale si trasforma in una celebrazione perché dopo l'oro nel trampolino da un metro, ecco questo bronzo che più pesante non si può perché disciplina olimpica e quindi possibilità per inseguire l'ultimo sogno. E lo farà da medagliata mondiale dopo una gara sotto il profilo tecnico ineccepibile, la migliore della stagione, la seconda per punteggio in carriera con 356,15, ma il primo risale a un'altra epoca, al 2005, altra Tania, altro regolamento. Che fosse la Cagnotto dei giorni migliori, ma forse così grande non lo è mai stata lo si è capito subito, dal primo tuffo. Sempre sul pezzo, solo qualche sbavatura, addirittura meglio nelle rotazioni più ostiche per lei. Mentre un paio di avversarie si smaterializzano colpa anche di quei “trampolini” finiti nel mirino di Cagnotto e Dallapè dopo il sincro. Ne pagano le conseguenze Fedorova e Keeney, soprattutto la seconda in lizza per una medaglia.

Tania invece va dritta fino all'ultimo tuffo, il suo tuffo, quello prediletto che si tiene per ultimo, che non la tradisce mai le regala un'altra gioia. Lei piazza un “78”, a Rostock, all'Europeo era addirittura da ottanta. Un punteggio che manda fuorigiri la canadese Abel, fino a quel punto terza con autorevolezza, una schienata spedisce Tania sul podio alle spalle delle cinesi irraggiungibili e «imbattibili», papà Giorgio dixit.

Tutti in piedi per la Cagnotto all'Aquatics Palace, lei festeggia al telefono subito dopo l'ultimo tuffo poi è onesta nell'ammettere con un sorriso largo così che «un po' me l'ha regalato la canadese. Qui c'è una nuvola che mi protegge». Fortuna meritata, dopo tanta sfortuna. Tania rivela che aveva già fatto i conti con un quarto-quinto posto e quindi si dice «stupita di quella medaglia al collo». E poi “risale” sul trampolino per l'ultimo tuffo: «Ho pensato solo a fare il miglior punteggio…». Insomma quel va o la spacca di cui aveva parlato alla vigilia. Poi ha realizzato di aver compiuto l'ennesima impresa e rivela che la differenza può averla fatta il titolo mondiale da un metro perché si è avvicinata all'appuntamento serenamente «agitata il giusto, magari fosse sempre così». Certo che l'oro rimane l'oro: «Se ci penso mi viene ancora la pelle d'oca. È il più bel mondiale e se ci fosse la qualificazione olimpica nel sincro…». Oggi si tufferà ancora nel sincro misto con Verzotto, per quello che sarà davvero l'ultimo tuffo mondiale. Potrebbe centrare il “10” mondiale, inteso come medaglie, anche se dice di volersi «solo divertire». Poi comincerà il lungo conto alla rovescia che porta a Rio, i cinque cerchi per la lode.

Kazan ha detto che si può sognare.

Commenti