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Tas e Mr Li, le due incognite che tengono il club sul filo

Inquietano il ricorso e Yonghong che spazientisce i compratori. E spunta la terza via: quella araba

Davide Pisoni

L'unica certezza è il ricorso al Tas. Il Milan ha annunciato ufficialmente che ricorrerà al Tribunale arbitrale dello Sport di Losanna per ribaltare la sentenza dell'Uefa che lo ha escluso dalle coppe. Nell'immediato del club rossonero questo è il solo punto fermo, calcolato anche il rischio che il Tas potrebbe addirittura peggiorare la sanzione, ipotesi remota. Per il resto è un accavallarsi di date, tutte fondamentali, tra i tempi appunto del Tas, i dieci giorni scadono l'11 di luglio, e la scadenza per Yonghong Li di restituire al fondo Elliott i 32 milioni dell'ultimo aumento di capitale, la data limite è il 9 luglio. Somma che il presidente del Milan avrebbe recuperato e per questo abbia preso tempo da abile negoziatore.

E l'esclusione delle coppe incide nella vendita della maggioranza del club rossonero, perché implica una perdita di valore. Di fatto rinforza il momento di riflessione dopo che Yonghong Li a sorpresa martedì sera si è rialzato dal tavolo con Rocco Commisso, l'inventore di Mediacom, quattro miliardi e mezzo di patrimonio. E non è la prima volta che succede. L'imprenditore americano di origini calabresi si era proposto per accompagnare il presidente del Milan a Nyon. Non solo Yonghong Li ha declinato, ma non si è neppure presentato di persona di fronte all'Uefa. C'è chi sostiene addirittura che se fossero andati insieme, non sarebbe arrivata neppure la squalifica.

Il disappunto di Commisso è comprensibile. Mr Li, invece, tenta di strappare il miglior prezzo possibile per rientrare dell'investimento fatto. Ritenuta non soddisfacente l'offerta di 500 milioni per il magnate cinese, nonostante prevedesse anche la copertura del debito di Elliott e una percentuale nel club (si sarebbe saliti fino al trenta per cento). E soprattutto garantirebbe la necessaria liquidità per affrontare la gestione ordinaria e il mercato. Ma Commisso resta in corsa, così come la famiglia di Thomas Ricketts, il proprietario dei Chicago Cubs. Tutti in attesa, a questo punto, di capire se il club finisce sotto il controllo di Elliott. C'è anche una suggestione che gira negli ambienti finanziari: tra cinesi e americani, spunta la pista araba. Si potrebbe inserire la famiglia dello sceicco del Psg. Voce alimentata anche dalla presenza di Al Khelaifi a Milano.

C'è poi il mercato. Se da un lato l'esclusione dalle coppe potrebbe garantire una maggiore libertà di movimento, dall'altro lo rallenta. L'ad Fassone nelle scorse settimane aveva spiegato che con o senza Europa League ballavano venti milioni in più o in meno per la campagna acquisti. Da sottolineare che è positivo il fatto che dall'Uefa non sia arrivata anche una pesante multa, che avrebbe tolto ulteriori risorse per il mercato. Sicuramente un'accelerata potrebbe darla una cessione importante. Ma ad esempio intorno al nome di Donnarumma tutto tace per ora. Senza calcolare che con l'esclusione dalle coppe si potrebbe scatenare la caccia ai rossoneri: da Bonucci a Suso.

Meglio pensare al Tas.

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