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Tavecchio, caso chiuso in Italia. L'Uefa si adeguerà

Tavecchio, caso chiuso in Italia. L'Uefa si adeguerà

Il caso è chiuso, almeno per il procuratore federale della Figc Stefano Palazzi. La frase incriminata di Carlo Tavecchio che un mese fa, durante l'assemblea della Lega Dilettanti, aveva definito gli extracomunitari dei «mangiabanane» è stata solo una gaffe e non una violazione delle norme, nemmeno in maniera indiretta. In realtà Tavecchio non si era rivolto a un calciatore identificabile, ma a Opti Pobà, nome di fantasia. E il suo esempio, malriuscito, voleva essere positivo, tanto che nel suo programma elettorale aveva previsto anche lo ius soli sportivo. Logico però che lo scivolone verbale suscitasse lo sdegno dell'opinione pubblica e di gran parte del mondo del calcio, da qui l'apertura di un fascicolo da parte della Procura federale.

Palazzi, esaminati gli articoli di stampa, gli esposti presentati (quelli della Federsupporter e di un ex esponente dell'Ufficio Indagini, l'avvocato Francesco Cariti, che chiedevano la condanna di Tavecchio per la violazione dell'articolo 11 comma 1 del codice di giustizia sportiva), i filmati acquisiti e la documentazione trasmessa dalla Figc alla Fifa e alla Uefa, ha disposto l'archiviazione del procedimento a carico del neo presidente federale, eletto l'11 agosto scorso nell'assemblea di Fiumicino. «Non sono stati rilevati fatti di rilievo disciplinare sia sotto il profilo oggettivo che sotto quello soggettivo», recita il comunicato della Procura, che come le capita di solito non è stata velocissima nella decisione.

Ora la Federcalcio trasmetterà subito gli atti a Fifa e Uefa. Quest'ultima ha appena aperto una sua inchiesta, ma in base al «ne bis in idem» è stabilito, nella giurisprudenza mondiale, che non si può rispondere due volte dello stesso reato. Quindi, la stessa Uefa potrebbe archiviare oppure impugnare la decisione di Palazzi davanti al Tas di Losanna. Probabile, a questo punto, che il caso possa chiudersi anche a livello internazionale: Tavecchio rischiava da un'ammenda a un'inibizione di un paio di mesi, che secondo la Figc avrebbe avuto valore solo fuori dal territorio italiano perché sarebbe giudicato come componente della commissione dilettanti dell'Uefa.

«Sono sereno e rispettoso della decisione dell'Uefa, la mia storia insegna...», continua a ripetere il neo presidente della Figc. Che ora però potrà lavorare con maggiore tranquillità al completamento della sua «squadra».

E ieri ha scelto il nuovo team manager della nazionale: sarà l'ex interista Gabriele Oriali, campione del mondo del 1982 e nome gradito al ct Conte.

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