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Tavecchio spenda per la giustizia Non solo per il suo ct

I n mattinata il presidente della Figc Carlo Tavecchio incontrerà il procuratore federale Stefano Palazzi per fare il punto sulla situazione dei campionati truccati in base alle indagini delle procure di Cremona, Catanzaro e Catania. Al capo del calcio il compito di dare una svolta all'attività della giustizia sportiva che da troppo tempo a questa parte si muove con la velocità di una tartaruga e mette a rischio la regolarità dei campionati passati e futuri. Troppi i fronti aperti, poche le certezze, minimali le conclusioni. Palazzi non riesce a gestire l'imponente mole di lavoro per via di un pool carente in qualità e quantità: in soldoni non riesce a dare quelle risposte che il mondo del pallone si attende con urgenza. Dietro l'angolo si profila l'ombra oscura e immanente del Coni che non giustifica così tanti ritardi. Ecco perché Palazzi deve chiedere rinforzi a Tavecchio e Tavecchio fornirgli gli uomini e i mezzi di cui ha bisogno per lavorare presto e bene. Assurdo pagare 4 milioni il ct Conte, sia pure con l'aiuto di generosi sponsor, e poi lesinare sul rimborso spese (30 euro al giorno?) di chi lavora nella procura federale.

Se Palazzi vuole avere dai magistrati tutte le carte delle indagini in fieri prima di procedere, si sbaglia di grosso. E con lui i paladini del "rimando" a piè sospinto. Sulla sua scrivania compaiono elementi più che probanti per portare alla squalifica, se non alla radiazione, decine di soggetti che hanno manipolato le partite, tradito compagni e avversari, scommesso a piacimento sui risultati alterati. Ai fini sportivi non interessa se le azioni spregevoli di Pulvirenti, come dicono i suoi legali, non abbiano avuto incidenza sui risultati delle cinque partite in questione. Per metterlo alle porte del calcio basta e avanzi che ci abbia provato. Alla stessa stregua di coloro che si sono fatti comprare per un bel pugno di bigliettoni. La confessione è lampante, le intercettazioni sono stringenti, la situazione è chiara. Ai tempi dell'ex capo dell'ufficio inchieste De Biase il procedimento sarebbe già iniziato. Se poi le procure troveranno dell'altro marcio, ci sarà tempo per fare pulizia ulteriore.

E' condivisibile la politica di Tavecchio sull'inasprimento delle sanzioni (squalifica di 3 anni per omessa denuncia, radiazione per chi imbroglia e scommette) o sulla cancellazione dei ripescaggi. Peccato che queste nuove norme andranno in vigore dalla prossima stagione perché non possono essere retroattive e debbono essere promulgate con un anno di anticipo. Si può fare meglio. Di troppa democrazia il calcio rischia di morire. Per una telefonata di troppo, l'allora presidente Geronzi condannò alla retrocessione il Verona. Altri tempi.

Oggi le telefonate allungano la vita, sia pure sportiva, come raccontava un popolare spot.

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