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Il tecnico conferma la crisi del Galatasary. Anche a Parma tagli in vista

Il tecnico conferma la crisi del Galatasary. Anche a Parma tagli in vista

Milano Marittima Miserie e nobiltà del calcio italiano in questi tempi di recessione brutale. Per scoprirle è sufficiente fermarsi qualche ora a Milano Marittima e assistere alla serata di gala organizzata da Enzo Mammato ospiti di villa Papeete e della famiglia Soldini dopo il torneo dal titolo didascalico "calcio in famiglia". Nel plotone di allenatori (Mancini, Mihajlovic, Cosmi, Marcolin, Lombardo), aspiranti allenatori (Barone, ex campione del mondo con Lippi, ora alla primavera del Modena) e calciatori di ogni età e categoria (Acerbi pronto a battagliare dopo il secondo intervento, Quagliarella, Zaccardo, Peluso, Tiribocchi), si possono registrare voci e confidenze che offrono uno spaccato attendibilissimo del nostro calcio appesantito da cifre ormai fuori mercato. Le più gettonate sono storie di stipendi arretrati non ancora onorati e di piani di ridimensionamento economico che stanno modificando le strategie dei club per il futuro immediato. Per esempio a Parma, prima di volare a Rio, Cassano ha respinto la proposta di spalmare il suo ricco contratto, Zaccardo è in credito di 400 mila euro, e Donadoni, il tecnico, ha rallentato la corsa al rinnovo avendo ricevuto una offerta al ribasso dopo il torneo capolavoro concluso dall'Europa league.
Suggestivi anche alcuni intrecci di destino. Prendete Pippo Inzaghi: a gennaio era pronto ad accettare la panchina del Sassuolo (al suo posto arrivò poi Malesani) e convinse Zaccardo a trasferirsi con lui per fargli da pesce-pilota. Sono rimasti entrambi a Milanello con una doppia sorpresa. Pippo ha ricevuto l'investitura ufficiale, Zaccardo, uno dei pochi senza procuratori, ha vissuto una riqualificazione professionale con Seedorf. Che, pensate un po', prima di Atletico Madrid-Milan di Champions league, intendeva schierarlo al posto di De Jong, centrocampista davanti alla difesa. «Ne saremmo usciti massacrati entrambi, io e lui» è stata la confessione candida del milanista a uno dei suoi amici di spiaggia.
Le miserie non riguardano solo il calcio italiano, naturalmente. È bastato ascoltare la cantilena di Roberto Mancini, di ritorno da Istanbul, per capire che il vento gelido della crisi ha preso a spirare anche dalle parti di Istanbul, sponda Galatasaray, accreditato nei giorni scorsi di un interessamento nei confronti di Balotelli. «Voce infondata» è la risposta secca e perentoria di Mancini che non può certo godere dell'appoggio popolare in Turchia (Terim soffia sul fuoco) e nemmeno di una massiccia dose di investimenti, ormai ridotti al lumicino. Piuttosto è il giudizio tecnico su Mario, in perfetta traiettoria con quello berlusconiano, a fare notizia. «All'Inter e al City qualche volta l'ho utilizzato da attaccante esterno ma Balotelli è un centravanti autentico: ha un gran fisico, ha potenza nei piedi, è forte di testa, è veloce, ha tecnica, non gli manca nulla per spalancare all'Italia il mondiale. E deve sfruttare questa occasione: il tempo sta passando», la perfetta sintesi di Mancini.
Ci sono infine nobiltà che vacillano per motivi extra-calcistici. È il caso dei tormenti di casa Kakà. Già, perché in questo caso sono le voci di un gelo tra Riccardino e la moglie Caroline a rilanciare (Gazzetta dello Sport di ieri) l'ipotesi di un abbandono del Milan da parte del brasiliano tornato la scorsa estate da Madrid. Nel contratto stipulato fu inserita la clausola secondo la quale, in mancanza di Champions league, il brasiliano avrebbe potuto entro il 30 giugno lasciare Milanello senza alcuna penale. «Con la moglie tornata in Brasile, è impensabile che Kakà resti a Milano, da solo, per un anno, senza vedere i due figli» è la spiegazione ufficiosa arrivata dagli uffici di via Aldo Rossi. Il San Paolo è pronto a riaccoglierlo ma ha bisogno di coprire l'operazione con il contributo di sponsor.

E su questo fronte sta lavorando il papà ingegner Bosco.

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