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Tempi tristi: "Ma noi non facciamo turn over"

Benitez finge di non sapere cosa sia, Mazzarri lo chiama "rotazione", Allegri "scelte", Garcia dice che il suo è forzato. E adesso lo fa anche Zeman

Tempi tristi: "Ma noi non facciamo turn over"

dal nostro inviato ad Appiano Gentile -

Alla vigilia di Torino - Napoli della scorsa stagione, i tifosi della Roma erano preoccupati. Juventus lontanissima a 78 punti ma Roma 58 e Napoli 55 si giocavano la seconda posizione per l'accesso diretto in Champions.
All'annuncio delle formazioni i tifosi romanisti si scatenano contro il tecnico granata Ventura: «Perchè tutto questo turnover contro il Napoli? Perchè Cerci e Immobile in tribuna? Ventura, alla prossima dagli anche un gol di vantaggio!».
Tutti lo fanno ma nessuno vuole sentirne parlare, il turnover per i tecnici è come la borsetta per le donne, un fastidio necessario. Benitez in conferenza stampa pre Palermo fa: «Cerchiamo di capirci, quando uno fa turnover? Cambiare un uomo è turnover?
I cronisti presenti in coro rispondono: no.
«Cambiarne due è turn over?»
I cronisti presenti in coro rispondono: no.
«Cambiarne tre è turn over?».
I cronisti presenti in coro rispondono: no.
«Cambiarne quattro è turn over?
Qualcuno gli risponde: sì, è turn over.
Adesso che ha capito che cos'è il turnover e quando lo fa, Rafa spiega: «Quando faccio turn over io non lo faccio per perdere e non dico che una competizione non mi interessa. Io voglio sempre vincere».
E sembrerebbe proprio coerente: «Se mi dicono che dopo due partite consecutive in pochi giorni quel giocatore è a rischio, io gli evito un infortunio». Pare che Callejon e Martens, nonostante si fossero dichiarati pronti per giocare subito da titolari contro l'Udinese, siano stati ugualmente schierati in panchina da Rafa.
Qualcuno sostiene che il tecnico spagnolo stia forzando per mettere alle corde Aurelio De Laurentiis e la sua insipida campagna acquisti. Quindi per Rafa il turnover sarebbe un'arma a doppio taglio, contro gli infortuni e shampoo dimostrativo contro la presidenza.
Mazzarri invece lo chiama rotazione, e se qualcuno gli chiede se farà turnover lui replica immediatamente che ha due titolari per ruolo: «Non si chiama turnover, si chiama rotazione - ha precisato il tecnico dell'Inter-. Nel calcio moderno bisogna sempre essere al massimo, tutti devono essere al meglio, giocando ogni tre giorni però a volte manca l'energia psico-fisica necessaria e bisogna tenerne conto». Rudi Garcia per esempio ha il turnover forzato, quindi non accetta che si dica che è lui a fare turnover se Astori, Borriello, Iturbe, Castan, Totti, Keita e De Rossi sono in infermeria. Anche Massimiliano Allegri non vuol sentire pronunciare il nome turnover: «Io le chiamerei scelte. Del resto non posso inserire in squadra cinque o sei giocatori nuovi tutti assieme». Quindi per il tecnico juventino il turnover scatta dopo cinque o sei cambi in formazione. L'argomento diventa caldissimo quanto arriva la notizia che anche Zeman potrebbe farlo con Longo, Joao Pedro e Caio Rangel pronti a partire da titolari.
Quindi: contro gli infortuni, contro la presidenza, solo una rotazione, magari una scelta e a volte forzata, ma non chiamatelo mai turnover, ai tecnici non piace. Dà l'idea di pasticcio e idee confuse, comunque un rischio e soprattutto è urticante, irrita, e probabilmente puzza.


A proposito, in quel Torino-Napoli del marzo di quest'anno Immobile restò in panchina 56' e Cerci 70', il Napoli vinse con un gol di Higuain ma all'89', con le due star del Toro in campo.

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