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Tennis, l'ascesa di Matteo Berrettini: 12 mesi da sogno

Con la partecipazione alle Atp Finals il tennista romano continua a scalare le gerarchie del tennis mondiale

Tennis, l'ascesa di Matteo Berrettini: 12 mesi da sogno

Un'altra pagina storica per il tennis italiano, Matteo Berrettini supera Dominic Thiem e diventa il primo italiano a conquistare una vittoria alle Atp Finals.

''Se continua così Matteo nel giro di due o tre anni può vincere una prova del Grande Slam'' Nicola Pietrangeli, l'icona del tennis italiano due volte vincitore del Roland Garros non ha alcun dubbio sulle qualità di Berrettini. Una crescita esponenziale probabilmente inaspettata per come è avvenuta quella del tennista romano. Lo stesso suo maestro, Vincenzo Santopadre, che lo segue da 10 anni come un fratello maggiore, si dice stupito: era convinto che sarebbe arrivato in alto, ma non se lo aspettava così presto.

Un'ascesa prorompente avvenuta grazie ad un serie di risultati incredibili: le vittorie a Stoccarda e Budapest, la semifinale all’Open degli Stati Uniti (eguagliando il risultato di Barazzutti nel 1978), la finale di Monaco di Baviera e la semifinale di Halle. Fino al rush finale di questo autunno con la doppia semifinale al Masters 1000 di Shanghai e a Vienna che gli hanno consentito la storica partecipazione alle Atp Finals di Londra. Anche nella settimana londinese Matteo continua a crescere nonostante la veloce eliminazione. Un debutto difficile con la netta sconfitta contro Djokovic, altra sconfitta ma segnali di ripresa contro Federer fino alla storica vittoria di oggi contro Thiem, al momento il tennista più in forma di quelli presenti al Masters. Una successo che vale poco per la classifica ma che dà tanto morale e convinzione e che soprattutto profuma di storia, è il primo italiano a conquistare una vittoria alle Atp Finals, riuscendo nell'impresa mancata da due illustri predecessori come Adriano Panatta nel 1975 e Corrado Barazzutti nel 1978. Una scalata inarrestabile in dodici mesi vissuti tutti di un fiato, quella del 23enne romano che in un anno esatto è passato dal numero 53 al numero 8 del mondo con lo storico approdo nei Top Ten dopo Panatta, Barazzutti e Fognini, gli unici a riuscirci nell'Era Open.

Una vera sorpresa per il circuito e per tutto il movimento azzurro, Berrettini è un tennista italiano insolito, pur non disdegnando la terra rossa, storicamente apprezzata dagli italiani, dà il meglio di sé sull'erba e sul cemento. Strutturato fisicamente, molto alto, con un servizio assai potente e un gioco di volo essenziale. Alle doti fisiche, innegabili, unisce una caratteristica mentale fondamentale nel tennis di oggi, quella di non perdere mai la calma nei momenti decisivi del match. Un 2019 da sogno e un 2020 da programmare per consolidarsi nei primi 10 della classifica mondiale magari con qualche vittoria di grande prestigio in più. Ma prima resta un ultimo appuntamento, la Coppa Davis che con il nuovo format debutterà a Madrid dal 18 novembre. Un'altra occasione imperdibile per Matteo per portare i colori azzurri nell'Olimpo del tennis.

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